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LA REPUBBLICA
6 giugno 2007
Depositato agli atti del processo Abu Omar gran parte dell'archivio abusivo
del fedelissimo di Pollari. Schedati anche i magistrati di Mani Pulite
C'è Visco nei dossier di Pompa
"carte strane" anche su Prodi

di PIERO COLAPRICO ed EMILIO RANDACIO

MILANO - Spunta il nome del presidente del Consiglio Romano Prodi nelle carte
raccolte da Pio Pompa, il braccio destro di Niccolò Pollari al Sismi. E sono
"carte proprio strane", sfugge a uno degli investigatori, perché ci sono pagine
e pagine dei processi e delle inchieste penali, alcuni vecchissimi, ma uno più
recente, che riguardano l'attuale premier. Ci sono poi documenti su politici,
"in uno c'è anche il nome del viceministro Vincenzo Visco", fanno sapere sapere
gli inquirenti. E spuntano proprio nei giorni in cui infuriano le polemiche sul
caso Visco e sulla "nuova P2", l'oscuro intreccio tra Guardia di finanza,
servizi segreti pubblici e privati.

Altri documenti riguardano giornalisti e c'è, piuttosto interessante, un
dossier sul "Braccio armato", o se si preferisce utilizzare un termine più
tecnico, sui "supporter d'attacco": un gruppo di magistrati, capitanato
nientemeno che da Francesco Saverio Borrelli, l'ex procuratore capo
dell'inchiesta Mani Pulite.

Il mare di carte dell'archivio abusivo di Pompa in via Nazionale a Roma è
stato (a suo tempo) prosciugato dalla Digos. Cataste di articoli, di report, di
analisi vere e presunte sulla politica e sulla magistratura sono state
trasformate, qualche giorno fa, in un elenco ragionato, che è stato consegnato
al procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro. Il quale, oltre a coprire
con omissis i nomi degli agenti segreti e anche quelli dei giornalisti,
italiani e stranieri, a "libro paga" del Sismi, ha "depositato agli atti"
l'elenco in previsione dell'udienza di venerdì del processo per il sequestro
dell'ex imam Abu Omar. E cioè dell'estremista egiziano rapito nel febbraio del
2003 dalla Cia in via Conte Verde a Milano, a poca distanza dall'Istituto
islamico di viale Jenner, e riemerso in Egitto dopo aver fatto tappa alla base
militare Usa di Aviano.


Cominciamo da Prodi. Ci sono un bel po' di pagine che risalgono all'antico
caso Iri, l'azienda di Stato di cui il presidente del Consiglio è stato il
numero uno. Poi c'è l'archiviazione per il processo Sme. Poi ancora carte
processuali datate 2002. E, comunque la si pensi sul punto, i magistrati
milanesi hanno sottolineato un punto: "In base alla legge , il Sismi "assolve a
tutti i compiti informativi e di sicurezza per la difesa sul piano militare
dell'indipendenza e dell'integrità dello Stato da ogni pericolo, minaccia o
aggressione. Il Sismi svolge, inoltre, ai fini suddetti compiti di
controspionaggio". Si può sapere che c'entrano queste carte processuali e
moltissime altre con i compiti del servizio segreto?".

La domanda non è retorica. Perché era già noto che di Spataro venivano
raccolti anche gli appuntamenti con il capo della Digos. Ma oggi, con l'elenco
del deposito degli atti, ecco emergere quello che per il collaboratore
dell'allora capo del Sismi è il "Braccio armato", e cioè i pm di Milano "che -
si legge nel documento Digos - hanno svolto inchieste giudiziarie sulla
corruttela a Milano", perseguendo protagonisti del mondo politico e
imprenditoriale. Nelle schede Sismi, ora in mano ai pm milanesi, ci sono nove
nomi in tutto. E per descriverne l'orientamento politico, ci sono ritagli di
archivi, materiale scaricato su internet, videocassette di telegiornali. In
cima alla lista, dunque, Borrelli, l'attuale capo dell'ufficio indagini della
Federazione calcio. Poi i pm per anni in prima linea in Tangentopoli, il suo
vice Gerardo D'Ambrosio, i sostituti Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo e
Francesco Greco, Ilda Boccassini, Margherita Taddei, per finire con l'attuale
procuratore aggiunto Corrado Carnevali e l'ex pm Giovanna Ichino.

Sono definiti, nei documenti sequestrati negli uffici di via Nazionale di Pio
Pompa, "protagonisti nel passato di aspre polemiche politiche sull'uso distorto
della giustizia". Pompa li chiama anche "braccio armato", un'espressione che
potrebbe essere "perfettamente in linea" per descrivere quei soggetti che sono
stati nel mirino di una polemica politico-giudiziaria negli scorsi anni. Le
indagini di Pompa riguardano anche l'Olaf, l'ufficio europeo per la lotta
antifrode, esperto nella lotta contro la corruzione, e il Medel, l'associazione
di "magistrati europei per la democrazia e la libertà" fondata nel 1985. Citano
magistrati stranieri, come Baltasar Garcon, impegnato nella lotta al terrorismo
in Spagna. Secondo la digos milanese, questi soggetti per il Sismi dovevano
essere "neutralizzati". Sul come, al momento, Pompa indagato in questa
inchiesta per favoreggiamento, non ha dato spiegazioni.

E, mollate le toghe, dossier e report vanno a frugare tra i movimenti
"girotondini" e associazioni antiberlusconiane. Insomma, più che un ufficio del
Sismi, quest'ufficio "pollariano" appare come una specie di agenzia di
protezione di Silvio Berlusconi.




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CORRIERE DELLA SERA
6 giugno 2007
Tra gli obiettivi: neutralizzare tutte le inchieste contro Berlusconi e il
Polo
Il piano segreto del Sismi: «Fermare i pm,
anche attraverso provvedimenti traumatici»
Le carte sequestrate nell'ufficio di Pompa, l'agente segreto «ombra di
Pollari». Nuovo dossier su Prodi. Visco tra i «nemici»

MILANO — In un documento mai protocollato sequestrato nella valigia di Pio
Pompa, l'agente segreto che si autodefiniva «l'ombra di Pollari», il Sismi
pianificava di «neutralizzare iniziative politico-giudiziarie riferite
direttamente a esponenti dell'attuale maggioranza di governo e/o di loro
familiari», cioè inchieste contro Berlusconi, parlamentari del Polo o loro
congiunti, «anche attraverso l'adozione di provvedimenti traumatici contro
singoli soggetti».
I PM DA COLPIRE — Il progetto, che secondo la polizia presenta chiari «profili
di illiceità» (sottolineati dall'uso, ripetuto, dell'«aggettivo traumatico»,
che «non può passare inosservato»), è stato elaborato «nell'estate 2001» e
aveva per bersagli dichiarati tutti i pm milanesi del pool Mani Pulite,
additati come «braccio armato» della sinistra: Borrelli, Davigo, Boccassini,
Greco, Taddei, Ichino, Carnevali, D'Ambrosio e Colombo. La Boccassini e
Colombo, che all'epoca stavano processando Previti e Berlusconi per corruzione
di giudici romani, sono gli unici che ricompaiono, con lo spagnolo Garzon,
anche nella lista nei pretesi nemici internazionali di Forza Italia. Il
documento del Sismi precisa anche la «tempistica» delle azioni «traumatiche»
contro i magistrati, dichiarando necessario attivarsi «fin dalla prima
quindicina di settembre». Subito dopo l'11 settembre 2001 il governo Berlusconi
varò una direttiva che portò le autorità di sicurezza milanesi (che dipendono
dall'esecutivo) alla clamorosa decisione di togliere la scorta al pm
Boccassini, per lasciarla a decine di politici e portaborse. Borrelli fu il
primo a insorgere, rimarcando che la pm subiva continue «minacce di morte» dopo
aver fatto condannare all'ergastolo i boss mafiosi che assassinarono il giudice
Falcone nella strage di Capaci. Il 20 settembre Ilda Boccassini, intervistata
dal Corriere, dichiarò: «Vorrei sapere se è una decisione libera o condizionata
da fattori esterni... Io non pretendo nulla, però vorrei qualche spiegazione,
visto che solo il 3 luglio scorso la scorta era stata confermata».
IL FALSO DOSSIER SU SADDAM — Il piano «traumatico» è il più inquietante tra i
tanti documenti del Sismi che la polizia ha sequestrato a Pio Pompa, il gestore
dell'«ufficio di disinformazione e dossieraggio» aperto dal generale Pollari a
Roma. La Procura ha ora depositato una prima parte di questi dossier nel
processo al Sismi e alla Cia per il sequestro di Abu Omar, che si aprirà
dopodomani. Decine di documenti restano però coperti da «omissis». Dalla lista
depositata si deduce che sono ancora segreti, in particolare, gli atti interni
al Sismi sul «Nigergate», lo scandalo della falsa prova documentale contro
Saddam che fu usata addirittura da Bush per giustificare la guerra in Iraq. E
che risultò fabbricata da uno spione italiano, Rocco Martino, di cui Pompa
custodiva la «scheda personale con foto e precedenti penali».
VISCO E PRODI NEL MIRINO — Nell'archivio segreto del Sismi l'agente Pompa
conservava anche un nuovo dossier contro l'attuale premier: atti giudiziari di
tutte le inchieste contro Prodi, anche se archiviate, e suoi discorsi come
presidente della Commissione europea, con annotazioni negative. Vincenzo Visco,
il viceministro che ha perso la delega sulla Guardia di Finanza per il caso
Speciale, è il primo politico della lista dei 45 nemici da «neutralizzare» e
«disarticolare»: pm come Caselli e Ingroia (processo per mafia a Dell'Utri),
imprenditori come De Benedetti (poi effettivamente spiato dalla banda Sismi-
Telecom), politici come Violante, Brutti e Leoluca Orlando. Pompa custodiva
anche curriculum, foto e note sugli spostamenti fisici di Dambruoso e Spataro,
i pm del caso Abu Omar.
«BONIFICARE LE FORZE DELL'ORDINE» Un documento del Sismi intitolato «Sicurezza
del Palazzo» pianifica come «bonificare le forze di polizia» sempre per evitare
«aggressioni» al governo Berlusconi. «Il segreto consiste nel rapporto
fiduciario che deve legare tali organismi con la Presidenza, nonché nel
sapiente dosaggio delle necessità e opportunità di avvicendare nel tempo i vari
organismi nelle diverse funzioni, sfruttando appetiti e posizioni campaniliste
di singoli». Tra le carte di Pompa non mancano veleni contro Adamo Bove, il
manager Telecom morto in un apparente suicidio, e perfino copie delle email dei
giudici di Medel, l'associazione europea delle toghe progressiste. S'ignora
come Pompa se le sia procurate. Di certo considerava «un nostro uomo» Fabio
Ghioni, il tecnico Telecom inquisito dal pm Fabio Napoleone (anche lui schedato
tra i nemici) per attacchi informatici e intercettazioni illegali anche delle
email.
Paolo Biondani



INES TABUSSO