00 19/03/2007 23:12
LA REPUBBLICA ON LINE
19 marzo 2007
Al governatore della Sicilia viene contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa
La replica dell'esponente politico: "Con cristiana pazienza affronterò quest'ulteriore prova"
Mafia, riaprire le indagini su Cuffaro
Richiesta al gip della procura di Palermo


PALERMO - Riaprire le indagini sul presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. La richiesta al gip, è stata avanzata dal procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Messineo.

Quest'accusa era stata archiviata in precedenza su richiesta della stessa procura, all'epoca guidata da Piero Grasso, che aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio di Cuffaro per rivelazione di segreto e favoreggiamento aggravato di Cosa Nostra nell'ambito del processo per le 'talpe' alla Dda. Il procuratore Messineo non ha voluto fare commenti.

La decisione di riaprire l'inchiesta è stata adottata al termine di un dibattito interno alla Dda di Palermo, dopo che uno dei pm del processo alle cosiddette "talpe" della Dda, Nino Di Matteo, aveva chiesto di contestare già nel dibattimento in corso l'accusa di 110 e 416 bis al presidente della Regione siciliana.

A causa del dissenso degli altri tre pm del processo, l'aggiunto Pignatone e i sostituti Michele Prestipino e Maurizio De Lucia, la questione è stata rimessa alla Dda che ha deciso di chiedere l'apertura di un nuovo fascicolo. Una parte delle nuove accuse a Cuffaro, comunque, è stata già riversata nel processo in corso, nel quale il governatore della Sicilia è imputato di favoreggiamento nei confronti di Cosa nostra.

"Hanno riaperto le indagini? Perchè si erano mai chiuse? - è stato il commento di Cuffaro - Basta vedere le cronache dei giornali per rendersi conto che le indagini, in questi sei anni, non si sono mai fermate. Con cristiana pazienza affronterò questa ulteriore prova e non verrà meno il mio rispetto per l'istituzione giudiziaria".


"Qualche giorno fa - ha detto ancora Cuffaro - i miei legali avevano chiesto al Procuratore della Repubblica se le indiscrezioni pubblicate da alcuni organi di stampa, fra cui L'Unità, fossero vere. A questa richiesta veniva risposto che si trattava di notizie coperte da 'segreto istruttorio'. Come mai questa notizia coperta da segreto istruttorio viene oggi comunicata agli organi di stampa?".



INES TABUSSO