00 22/02/2007 11:03

OGNI PROMESSA E' DEBITO


"Mi comportero' esattamente come faceva l'Avvocato, andando in Senato non ogni giorno, ma certamente ogni volta che puo' essere utile. Lo considero un dovere irrinunciabile. Saro' soprattutto un senatore molto diigente. Mi impegnero' nel ruolo come ho sempre fatto. Nessuna delle mie cariche e' mai stata onorifica, in tutte ci ho messo il cuore e il massimo impegno, in ogni occasione. Lo faro' anche questa volta. Se possibile, ancora di piu'"
(Sergio Pininfarina, senatore a vita, "La Stampa", 24 settembre 2005)



"La vera brutta sorpresa per il governo si chiama Sergio Pininfarina. Il senatore a vita non si vedeva da mesi nell'Aula di Palazzo Madama, dai tempi della fiducia al governo Prodi ma oggi, quando, poco dopo le 14, è spuntato nell'emiciclo del Senato il suo arrivo ha fatto molto pensare. Poi, nel giro di meno di un'ora, tutto è stato chiaro: la sua astensione, insieme a quella del collega e amico di lunga data Giulio Andreotti, ha pesato come un macigno sulle sorti del governo. Ma, al di là dell'esito stesso del voto il giallo sull'affaire Pininfarina resta. Certo, quel parlare fitto fitto non appena arrivato con Francesco Cossiga, dichiaratamente contro la risoluzione di maggioranza, e poi il prendere posto, senza indugi, nei banchi di Forza Italia non sembravano una premessa beneaugurante per il centrosinistra. Ma c'è chi assicura che anche su di lui, sul taciturno senatore del Nord, il pressing del centrosinistra c'era stato eccome. Un esponente della maggioranza sbotta: "Pininfarina? Sono andati a prenderlo con la macchina di Fassino! Complimenti". E certo, quando si è trattato di votare, Valerio Zanone, liberale ora nell'Ulivo e vecchio amico di Pininfarina, ha provato ad avvicinarsi al senatore a vita. C'è chi gli ha sentito dire "ma cosa fai", cercando di evitare il peggio per il governo. Subito, però, la Cdl ha fatto quadrato intorno al senatore a vita. E così Pininfarina, 'protetto' da una pattuglia di senatori azzurri, dalle loro urla e dal lancio di alcuni giornali e di qualche rassegna stampa contro Zanone, si è astenuto e all'esecutivo sono mancati due voti determinanti: il suo e quello di Andreotti".
(Apcom, Roma, 21 febbraio 2007)




*****************************************************************




LA STAMPA
del 24/9/2005
Int. a PININFARINA SERGIO
"SARO' MOLTO DILIGENTE MI IMPEGNERO' A FONDO"
(BIANCO PIERO)
a pag. 7

newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArtic...




*****************************************************************




Roma 21/02/2007 17:21
GOVERNO,GIALLO PININFARINA: ARMA SEGRETA CDL O PASTICCIO UNIONE?

Roma, 21 feb. (Apcom) - La vera brutta sorpresa per il governo si chiama Sergio Pininfarina. Il senatore a vita non si vedeva da mesi nell'Aula di Palazzo Madama, dai tempi della fiducia al governo Prodi ma oggi, quando, poco dopo le 14, è spuntato nell'emiciclo del Senato il suo arrivo ha fatto molto pensare. Poi, nel giro di meno di un'ora, tutto è stato chiaro: la sua astensione, insieme a quella del collega e amico di lunga data Giulio Andreotti, ha pesato come un macigno sulle sorti del governo. Ma, al di là dell'esito stesso del voto il giallo sull'affaire Pininfarina resta. Certo, quel parlare fitto fitto non appena arrivato con Francesco Cossiga, dichiaratamente contro la risoluzione di maggioranza, e poi il prendere posto, senza indugi, nei banchi di Forza Italia non sembravano una premessa beneaugurante per il centrosinistra. Ma c'è chi assicura che anche su di lui, sul taciturno senatore del Nord, il pressing del centrosinistra c'era stato eccome. Un esponente della maggioranza sbotta: "Pininfarina? Sono andati a prenderlo con la macchina di Fassino! Complimenti". E certo, quando si è trattato di votare, Valerio Zanone, liberale ora nell'Ulivo e vecchio amico di Pininfarina, ha provato ad avvicinarsi al senatore a vita. C'è chi gli ha sentito dire "ma cosa fai", cercando di evitare il peggio per il governo. Subito, però, la Cdl ha fatto quadrato intorno al senatore a vita. E così Pininfarina, 'protetto' da una pattuglia di senatori azzurri, dalle loro urla e dal lancio di alcuni giornali e di qualche rassegna stampa contro Zanone, si è astenuto e all'esecutivo sono mancati due voti determinanti: il suo e quello di Andreotti. Nella maggioranza ci sono rimasti di stucco, e Giovanni Russo Spena di Rifondazione comunista ha poi spiegato ai cronisti che "ci avevano detto che veniva a votare per la prima volta per il Governo. Ma quando lo abbiamo visto nei banchi dell'opposizione abbiamo capito che chi lo aveva mandato si era sbagliato". E' il forzista Renato Schifani a dare la versione della storia confermata dai fatti: "Pininfarina è lavoro nostro...". E pensare che l'ingresso in Aula a sorpresa di Rita Levi Montalcini, poco dopo le 12,30, aveva letteralmente mandato in fibrillazione la Cdl, preoccupata di un vantaggio dell'Unione, ma il colpo di scena doveva ancora arrivare.




INES TABUSSO