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"Chi vuole i suoi voti sa che deve fare: copiare le leggi che lui avrebbe voluto fare, ma gliene mancò il tempo. In quel caso, la maggioranza diventa bulgara...
Altro esempio: la legge sul blind trust che l’Unione si appresta a varare. Stabilisce che non può andare al governo chi possiede tv. Ottimo. Purtroppo dimentica chi possiede tv e fa il capo dell’ opposizione: così Bellachioma potrà cannoneggiare per cinque anni a reti unificate il governo Prodi; poi ricandidarsi a Palazzo Chigi; e, se vince, cancellare la legge del blind trust, o affidare le azioni delle sue tv al blind trust, tanto cambia poco: i suoi dipendenti lo sanno benissimo che, blind o non blind, il padrone di Mediaset resta lui. Ecco, una legge così ingenua lui la vota volentieri. Il blind trust per le sue tv l’aveva inventato lui nel ’94. La sinistra parlava di “blind truff”. Poi gli ha rubato l’idea".
(Marco Travaglio, Uliwood Party, "Cambio di stagione", L'Unita', 5 agosto 2006)




"Non dobbiamo dare cambiali in bianco a una maggioranza che dà solo calci in faccia e mette in discussione il 12 settembre il tema del conflitto d’interesse, estromettendo dalla politica chi ha grosse attività economiche. E non mi riferisco solo a Berlusconi"
(Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di FI, Il Tempo, 5 agosto 2006)




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IL TEMPO
5 agosto 2006
Il vicecoordinatore di Forza Italia respinge l’ipotesi di larghe intese con la maggioranza


di LAURA DELLA PASQUA IL DIBATTITO sull’ipotesi di larghe intese tra maggioranza e opposizione sarà destinato a tener banco per tutta l’estate anche se, in modo strategico, Berlusconi, dopo le sortite di Casini e Fini, sta evitando l’argomento. Ieri, al momento di lasciare Palazzo Grazioli in partenza per la Sardegna, ha lanciato una battuta sarcastica all’indirizzo del suo alleato Casini. Il leader del’Udc parla della necessità di aprire «una nuova fase»? L’ex premier risponde ridendo: «È agosto. Alleato mio non ti conosco...» Il Cavaliere lascia ai vertici del suo partito l’onere di marcare la strategia politica di Forza Italia sul tema spinoso del dialogo con il centrosinistra. Così Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore del partito di via dell’Umiltà, è chiaro: «Ma quali larghe intese, patti o inciuci sottobanco. Non se ne parla proprio. Faremo un’opposizione senza sconti altrimenti chi glielo va a spiegare ai nostri elettori che andiamo a braccetto con Visco?». Poi rivolto a Casini. «Tutto questo parlare di una fase nuova mi sembra prematuro. Se e quando la maggioranza dovesse entrare in crisi allora si potrà discutere se andare al voto o dar vita a un governo tecnico o di grande coalizione». Il che vuol dire che Forza Italia non è disponibile a un accordo sulla Finanziaria? «La mia sensazione è che in estate ci si deve inventare qualcosa. Fini ha detto una cosa che condivido cioè che se la maggioranza non mette il voto di fiducia sulla Finanziaria, l’opposizione presenterà emendamenti qualificanti». È un impegno a non fare dell’ostruzionismo? «Se l’opposizione si trova sempre di fronte la questione della fiducia non può non rispondere con l’ostruzionismo per ristabilire un confronto fisiologico in Parlamento». Va bene, lei è d’accordo con Fini sulla possibilità di presentare emendamenti qualificanti. Ma questo significa aprire un dialogo con la maggioranza, o no? «Niente affatto. Per il dialogo non esistono nemmeno i presupposti. Abbiamo di fronte una maggioranza che dopo aver vinto con uno scarto di 24.000 voti ha iniziato un’occupazione sistematica delle più alte cariche dello Stato, dalla presidenza della Repubblica a quella dei due rami del Parlamento e ora si accinge a fare della lottizzazione selvaggia. Basta guardare al caso di Cinecittà, a quello ancora più grave all’Istituto Regina Elena di Roma e a quanto si vuole fare in Rai. Con questa situazione non ci sono i presupposti minimi del dialogo ma tutte le condizioni di un duro confronto politico. Poi è giusto dire che questo confronto politico non deve basarsi sull’ostruzionismo sistemico in Parlamento. Casini sa bene che in una situazione nella quale viene messo il voto di fiducia, l’unico strumento che ha l’opposizione è presentazione gli ordini del giorno e discuterli». Vuol dire che se il centrodestra ricorrerà all’ostruzionismo sarà solo perchè la maggioranza se l’è cercato? «È stata una risposta all’atteggiamento del governo. Come pure l’unica risposta all’arroccamento della maggioranza è quella di fare un’opposizione senza sconti. Ciò che di sicuro la Cdl non può fare è proporre dialoghi a vanvera con il rischio di deludere il nostro elettorato o anche coloro che dopo aver votato a sinistra se ne stanno pentendo. I nostri elettori ci chiedono una opposizione dura, per quale ragione dovremmo deluderli?» Quindi Forza Italia punta a mettere in crisi prima possibile il governo Prodi? «La scelta di FI è di mettere nell’angolo il governo e poi quando la maggioranza si sarà sgranata si potrà discutere se andare a elezioni anticipate o a un governo tecnico o di grande coalizione. Ma un discorso di questo genere è del tutto prematuro, non ci sono le premesse. Ripeto: è inutile parlare di nuova fase e di dialoghi se la maggioranza è chiusa sulle sue posizioni». Ma lei è così sicuro che questa maggioranza non arriverà a mangiare il panettone? «Indipendentemente dal gioco dell’opposizione, il centrosinistra ha delle contraddizioni molto rilevanti al suo interno. I Ds sono un partito post comunista e questo si sente e non socialdemocratico e riformista come quello di Schroeder. Il leader tedesco avrebbe potuto vincere se avesse fatto un’alleanza con Lafontaine e Gjsi invece ha scartato questa ipotesi e poi si è arrivati alla grande coalizione. In Italia i Ds invece hanno scelto l’unità della sinistra cioè da un lato il rapporto con una parte di centro ex democristiano e dall’altro lato un’estrema sinistra che è diversa da Bertinotti e che cavalca tutte le tigri del paleocomunismo da Fidel Castro a Haezbollah. L’alleanza nel centrosinistra va dai trotzkisti a Mastella e Marini, come possono governare? Non possono fare una politica estera per non pensare a quello che succederà sulla Finanziaria o nel caso del rifinanziamento della missione in Afghanistan». Allora cosa può fare la Cdl alla ripresa autunnale? «Dobbiamo comportarci in modo intelligente e come è stato indicato dal discorso di Berlusconi alla Camera. Ha messo in evidenza lo stato di polizia fiscale che viene costruito da Visco, ha fatto una difesa delle categorie professionali e in particolare ha detto che se si riapre il discorso tra aree moderate Forza Italia è disponibile al dialogo. Dire pace pace o parlare di una nuova fase e di dialogo significa farsi prendere in giro dalla maggioranza e deludere il nostro elettorato. Se si incrina la maggioranza e esplodono le contraddizioni del governo, solo allora si può aprire una riflessione. Ma non dobbiamo dare cambiali in bianco a una maggioranza che dà solo calci in faccia e mette in discussione il 12 settembre il tema del conflitto d’interesse, estromettendo dalla politica chi ha grosse attività economiche. E non mi riferisco solo a Berlusconi». Su quali punti della Finanziaria darete battaglia? «Prima aspettiamo di vedere il testo che la maggioranza presenterà. Quando Fini parla di emendamenti qualificati, io sono d’accordo. Questo non vuol dire creare le premesse di un accordo con la sinistra ma passare dalla patoliogia dello scontro alla fisiologia della dialettica tra i due schieramenti. I problemi sulla Finanziaria verranno dall’interno della maggioranza. Noi forniremo un’alternativa politica alla Finanziatia senza ostruzionismo ma anche senza operazioni consociative. Io sono per la battaglia politica pure sulla Finanziaria. Voglio proprio vedere che risposta daranno a Draghi che ha indicato la necessità di una scelta: o aumentare la pressione fiscale o tagliare spesa pubblica su pensioni, sanità e enti locali. Se la maggioranza accetta la strada di Fini, con un numero limitato di emendamenti si può fare battaglia politica». Il ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa ha annunciato una manovra da lacrime e sangue. In qualche modo un accordo bisognerà trovarlo. «Ma quale disastro economico, quale emergenza conti. Qualcuno ha delirato che eravamo in una situazione peggiore del ’92 e ora Prodi dice che l’Italia ha ricominciato a girare. C’è un aumento non previsto del gettito fiscale e il rapporto deficit-pil è sotto il 4% e non è un livello catastrofico. Molti italiani vanno in vacanza. L’allarmismo è smentito dalla realtà. E questo di certo non è merito di Prodi che non può aver avuto un effetto salvifico in pochi mesi». Si parla di una migrazione di parlamentari dal centrodestra alla maggioranza, a lei risulta? «Non mi risulta affatto e non vedo perchè i nostri parlamentari dovrebbero scegliere di andare su una scialuppa che fa acqua da tutte le parti». Eppure il ministro Chiti sostiene che ci sono vicinanze con l’Udc. «Chiti dovrebbe chiamarsi ministro dei cattivi rapporti con il Parlamento. É la primna volta che si occupa della dialettica interna alla coalizione ed è il segnale che siccome stanno alla disperazione sono tentati da operazioni di trasformismo. Ma non c’è nessun individuo nè gruppo che è tentato di fare il soccorritore di una baracca che sta perdendo pezzi. Ho troppa stima per l’intelligenza politica di Casini per pensare che abbia intenzione di andare a aggiungersi a questa maggioranza. Allo stato attuale c’è una grande campagna mediatica su questo tema degli acquisti. Ho sentito che ci sarebbe una task force attorno a Prodi per la compravendita di senatori. Sarebbe un’operazione o ridicola o vergognosa». Ma se la maggioranza ha i suoi problemi anche la Cdl non è un esempio di compatezza. «La compatezza per dare battaglia al governo c’è stata e c’è ma c’è anche un confronto politico aperto. L’Udc e Casini hanno più volte detto di volere una posizione autonoma nell’ambito dell’opposizione che non sottovaluto nè drammatizzo». È opportuna una verifica all’interno della Cdl in autunno? «La verifica nella Cdl potrebbe aprirsi anche con la definizione di una posizione sulla manovra economica». Aria di cambiamenti anche per Forza Italia? «Stiamo lavorando a un’operazione di rilancio di Forza Italia e per migliorare i rapporti interni nella Cdl. A Gubbio se ne discuterà. Non bisogna dimenticare che Forza Italia è un partito con il 24% malgrado tutti gli insulti che ci sono stati riversati addosso. Problemi ne abbiamo, non lo nascondo». Che tipo di problemi? «Il problema di fare un partito all’altezza di Berlusconi. Il che significa riorganizzazione Forza Italia sul territorio, combinare la vecchia classe dirigente con i nuovi. Il voto giovanile ci ha penalizzato e richiede sensibilità per quel mondo che non abbiamo avuto».



INES TABUSSO