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CORRIERE DELLA SERA
14 gennaio 2006
CONFRONTI / Brutti: oggi politici subalterni ai veri protagonisti. Casson: è cambiato tutto, dai partiti ai reati. Violante: là c’erano suicidi qui fatti non penalmente rilevanti
Quercia e toghe: nuova Tangentopoli? No, solo finanza rampante

ROMA - Oggi come ieri, Bancopoli come Tangentopoli? Il tema lo lancia, dal palco del convegno dei Ds sulla giustizia, il senatore Massimo Brutti: «Mentre allora i politici imponevano con le tangenti una specie di prelievo forzoso alle imprese, ora abbiamo informazioni circa il coinvolgimento di esponenti di centrodestra, che però appaiono in una posizione subalterna rispetto ai soggetti delle operazioni finanziarie ». Il senatore Guido Calvi, che difese il tesoriere del Pds Marcello Stefanini, concorda: «Mani pulite fu lo sgretolamento di un sistema corruttivo che coinvolse interi partiti, mentre ora i politici coinvolti appaiono più accattoni che protagonisti». Fenomeni diversi, sintetizza Luciano Violante, «basti pensare che ora vengono usati come strumento di lotta politica fatti penalmente irrilevanti. Allora invece c’erano arresti, suicidi...». Ma per Giancarlo Caselli, procuratore generale di Torino, potrebbe non finire qui: «Anche Tangentopoli iniziò con un solo mariuolo. Come allora non hanno funzionato gli strumenti di controllo e prevenzione. E anche ora i magistrati rischiano che arrivi qualcuno e li accusi di voler governare le banche. Se poi, lo dico in astratto, gli strappi alla legalità dovessero rivelarsi estesi, segnalerebbero il deterioramento del sistema morale». Ma tra i politici e i magistrati che ieri hanno ascoltato la ricetta ds per curare la giustizia dopo le «leggi vergogna», chi è disposto a concretizzare c’è. «È terrificante ma la finanza ha occupato lo spazio della politica - riflette il magistrato Giuseppe Berruti -. Che ora deve riprendersi il suo primato». Anche occupandosi di scalate? «Se il segretario di un grande partito lo fa, compie il suo dovere, ovviamente se non commette reati».
Per Beppe Lumia , in commissione Antimafia, «il livello oggi è più rapace, più devastante, più basso» e l’ex pm Giovanni Kessler riscontra nelle intercettazioni la prova di una sudditanza: «Quelle telefonate sono solo un fenomeno di costume, ma svelano il complesso di inferiorità dei politici rispetto al mondo economico». Da Tangentopoli «è cambiato tutto, i soggetti, i partiti, la società, i reati» osserva l’ex pm Felice Casson. A chi esulta per il «contrappasso» toccato ai Ds, che allora puntavano il dito e ora sono additati, replica Carlo Leoni: «Quando Nordio, che non era certo una toga rossa, rovistò nei bilanci, non uscì nulla, ci salvammo perché lo meritavamo».
Il procuratore militare Antonio Intellisano invece non vede «il radicamento di Mani pulite» ma solo «rampantismo finanziario». E Nello Rossi, giudice di Cassazione, teme le ritorsioni sulla magistratura e mette in guardia dal rischio «che in questi scontri di potere si diventi pedine. Occorre vigilare». Le ipotesi attuali sono gravi ma non così diffuse conclude Giovanni Salvi, componente togato del Csm. «In Tangentopoli si pagavano mazzette anche al cimitero...».

«Bancopoli? Diverso da Tangentopoli»
«Da Tangentopoli
è cambiato tutto»
M.Gu. V.Pic.
INES TABUSSO