00 20/12/2005 22:38
LA REPUBBLICA
20 dicembre 2005
L´ammissione di Fiorani negli interrogatori del fine settimana: il sottosegretario ci indicava i politici da finanziare
"È Brancher il nostro uomo a Roma"
L´avvocato di Fazio a consulto con i pm di Milano
Interrogato ieri Zulli, il commercialista di Gnutti
LUCA FAZZO, MARCO MENSURATI


MILANO - Non sarà un´altra Mani Pulite, ma lo schema gli assomiglia parecchio: battere il ferro finché è caldo, non dare il tempo di orientarsi ai personaggi che finiscono sotto inchiesta, non lasciare passare giorni e neppure ore tra le nuove scoperte e il loro approfondimento. E così, mentre è ancor fresco l´inchiostro sui verbali riempiti da Gianpiero Fiorani nel suo weekend di interrogatori a getto continuo, la Procura milanese fa scattare due operazioni alla caccia di riscontri: mentre uno dei pm, Eugenio Fusco, si fionda in Svizzera alla ricerca dei conti di Fiorani e di altri affari del clan guidato dal banchiere lodigiano, a Palazzo di giustizia viene convocato e torchiato un commercialista bresciano: è Claudio Zulli, il professionista di fiducia di Emilio Gnutti, ma anche l´uomo di collegamento dell´entourage di Fiorani con il ministro dell´Economia Giulio Tremonti; Zulli avrebbe garantito – secondo alcune intercettazioni – l´appoggio del ministro alla operazione Unipol-Bnl, del cui prospetto egli stesso era l´estensore.
Anche in Procura, naturalmente, la giornata è segnata dall´evento delle dimissioni di Antonio Fazio dalla carica di Governatore. I magistrati non hanno avuto bisogno del televideo: a portare loro la notizia è stato direttamente l´avvocato di Fazio, Franco Coppi, salito a Milano a presentare la lettera di nomina e a tentare un abbozzo di dialogo. È stato Coppi ad annunciare alla squadra del procuratore aggiunto Francesco Greco che l´inquisito eccellente aveva scelto di fare un passo indietro. Ma non è detto che la resa di Fazio ammorbidisca il trattamento della Procura, soprattutto se dovessero trovare altri risconti le dichiarazioni con cui Fiorani ha pesantemente chiamato in causa Fazio nei due interrogatori in stato d´arresto.
Ed è sul contenuto di questi interrogatorio che continuano a trapelare dettagli forieri di sviluppi interessanti. Il principale riguarda la figura di Aldo Brancher: uomo di fiducia di Silvio Berlusconi, sottosegretario alle Riforme, ufficiale di collegamento tra Forza Italia e la Lega Nord. A carico di Brancher erano emersi una serie di affidamenti da parte della Banca Popolare di Lodi: per un totale di 400 mila euro, 300 mila dei quali provenienti dal conto privilegiato intestato a sua moglie Luana Maniezzo. Nel suo interrogatorio, Gianpiero Fiorani ha fornito un elemento che potrebbe spiegare il perché di tanta generosità: era Brancher il misterioso «personaggio romano» che – secondo la testimonianza del manager Donato Patrini – indicava i politici che la Popolare di Lodi doveva finanziare.
Dettagli significativi anche su un altro capitolo chiave dell´interrogatorio, quello dedicato ad approfondire i canali attraverso cui Fiorani e i suoi complici controllavano (o credevano di controllare, visti i risultati) eventuali inchieste ed intercettazioni a loro carico. Fiorani ha indicato con sufficiente precisione questo canale. E ha spiegato che a gestire i contatti con la «talpa» era Stefano Ricucci, l´immobiliarista romano che si trova già indagato per aggiotaggio.
Molte domande, infine, sul ruolo del parlamentare di Forza Italia Luigi Grillo, strenuo difensore di Fazio: a Fiorani i pm hanno chiesto di spiegare il ruolo di Grillo a sostegno delle operazione di Popolare di Lodi, che nei suoi interrogatori a piede libero Fiorani aveva sintetizzato come una attività di «lobbyismo puro» a sostegno di una «grande operazione» quale la scalata di Bpl ad Antonveneta.


*****************************************************************


CORRIERE DELLA SERA
20 dicembre 2005
«Un politico avvertì Ricucci: siete intercettati»
Fiorani fa il nome. Offre le sue ville per risarcire i danni. «Parlai al premier dell'Opa Antonveneta»
Paolo Biondani Luigi Ferrarella


MILANO — «Mai avuto notizie sulle intercettazioni, solo sospetti», giurava negli interrogatori a piede libero il banchiere Gianpiero Fiorani: versione che il gip Forleo, nell'arrestarlo, aveva definito «risibile», specie in rapporto alla telefonata delle ore 11.30 del 14 luglio, nella quale il Governatore Fazio informa sua moglie «di aver appreso che Fiorani era intercettato, e la donna palesa sorpresa dal momento che una certa persona, vicina a Grillo (senatore di Forza Italia,
ndr), li aveva informati in senso contrario».
Ora, però, dal carcere, Fiorani svela: c'e stato chi ha «soffiato» notizie su sviluppi giudiziari, specie sull'esistenza di intercettazioni. Ma il terminale, aggiunge, non era lui direttamente, bensì l'immobiliarista Stefano Ricucci. Per il banchiere della Bpl, era il suo alleato nella scalata all'Antonveneta, e nel contempo scalatore (fino al 20%) della Rcs, a ricevere queste notizie segrete. Da Roma. Da un politico. Di cui fa a verbale il nome: non uno dei parlamentari già emersi come beneficiati da fidi generosi della sua Bpl, ma un personaggio nuovo.
Né è noto se Fiorani sappia da chi questo politico attingesse a Roma le notizie sulle intercettazioni di Milano, eseguite dalla GdF su richiesta dei pm autorizzata dal gip. Di certo, già l'intercettazione del 28 giugno (ore 15.54) aveva captato Ricucci far felice Fiorani con una «soffiata», in quel caso, sulla Consob. Ricucci: «Eh, mi hanno detto... ho avuto degli uccellini che mi dicono sia positiva». Fiorani: «Chi te l'ha... no, è importantissima 'sta frase qua». Ricucci: «E beh, lo so che è importante... sono uccellini recenti, sì... ti dico di stare tranquillo».
BERLUSCONI — Fiorani ha sicuramente parlato anche del premier nei suoi due interrogatori in carcere, in particolare rivelando di essere andato da Berlusconi prima di lanciare la propria «scalata» sull'Antonveneta (la banca che contenderà agli olandesi di Abn Amro) per preannunciargli appunto l'intenzione di coltivare questo progetto di aggregazione bancaria, che avrebbe incontrato il favore del premier. Del resto, proprio ieri a «Porta a Porta», Berlusconi è tornato sul tema della difesa dell'italianità delle banche: «Sarei stato contento che una cordata nazionale, in condizioni di assoluta legittimità, avesse potuto avere la meglio su una straniera, un po' come faccio il tifo per Juve e Inter quando giocano in Europa...».
Il premier ha anche risposto sulla famosa notte dell'autorizzazione di Fazio all'Opa di Fiorani (tra l'11 e il 12 luglio), dopo la quale il banchiere festeggia a raffica al telefono, chiamando a un tratto anche il finanziere «alleato» Gnutti, in quel momento a una affollata cena elettorale con Berlusconi. A ruota, Gnutti riferisce a Fiorani che il premier «"era rimasto molto contento" della riuscita dell'operazione» e che «aveva parlato con lui (Gnutti, ndr) anche della scalata Rcs». «Non mi ricordo d'aver parlato direttamente con Fiorani — dice ora Berlusconi in tv —, c'erano 150 imprenditori lombardi a cena con me quella sera. Quando mi hanno ricordato l'episodio, ho ricostruito e credo di avergli detto "complimenti", come avrei detto se la stessa notizia mi fosse stata comunicata dalla cordata olandese».
L'UOMO DI GNUTTI — Il primo interrogato dopo le ammissioni di Fiorani è Claudio Zulli, commercialista «storico» di Gnutti, ascoltato come teste su una singola operazione d'interesse degli inquirenti. Il nome di Zulli, già associato allo studio Tremonti, compare nell'intercettazione del 21 luglio in cui, parlando della scalata di Unipol a Bnl, Consorte sostiene che Tremonti «fa il tipo per loro», e il commercialista «conferma».
VILLE IN VENDITA — Nemmeno Fiorani sa quanti soldi (dei 200 milioni che stima) potrà davvero riportare ai pm, causa il cattivo andamento dei titoli in cui dice di averli investiti. Gli immobili, come le ville in Costa Azzurra e in Sardegna, quelle almeno sì: ha già incaricato un civilista di trattare con la nuova Bpi.
INES TABUSSO