00 18/10/2005 15:49
LA STAMPA
18 ottobre 2005
MA CHI HA PAURA DI CELENTANO IN TV?
RICCARDO BARENGHI

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CORRIERE DELLA SERA
18 ottobre 2005

RETROSCENA
Pressioni su Santoro, che non ha ancora deciso

Nel capannone di Brugherio si continua a lavorare fino a tarda notte. Dopodomani si comincia, ma la prima puntata di «RockPolitik» con Adriano Celentano non è ancora pronta. Il pezzo forte dello show doveva essere la libertà d’informazione: seduti su tre sgabelli i tre illustri «epurati» dalla tv pubblica: Biagi, Santoro, Luttazzi. Ma Biagi, domenica sul Corriere , ha fatto sapere che nonostante la stima per Celentano non entrerà nella rete ancora guidata (Fabrizio Del Noce) da chi lo ha cacciato; ieri sera Luttazzi si è accodato: «Devo declinare l’invito per gli stessi motivi ricordati da Biagi». Resta l’eurodeputato Santoro, anche se su di lui le pressioni sono molto forti: «Vediamo cosa succede, poi deciderò». Celentano non avrebbe ancora deciso se lasciare comunque lo spazio dedicato alla libertà d’informazione che a questo punto sarebbe ovviamente di impatto inferiore al previsto. Va ricordato che nella prima puntata - a proposito di censura - era previsto pure Beppe Grillo che all’ultimo, sentiti i suoi legali, ha preferito non intervenire vista la causa in corso con la Rai (pare si stia cercando in extremis una sorta di collegamento Internet con il comico genovese). Quel che potrebbe succedere è che l’argomento libertà d’informazione, censura e quant’altro diventi l’oggetto del temutissimo monologo che Celentano terrà giovedì sera su Raiuno presumibilmente tra le 21.30 e le 22.30 (ma l’argomento potrebbero essere anche i Pacs, o la pillola RU486, o i rapporti Chiesa-Stato). Certi e non pericolosi sono invece gli ospiti Depardieu, i Subsonica e Ligabue con cui l’attore duetterà in una canzone di Nancy Sinatra. Con la partner femminile parlerà di Italia, Risorgimento, Repubblica. Le spiega: «Una volta comandava un tipo, come lo chiamate voi in Francia, un certo Mussolen. Lui controllava proprio tutto. Se ci fosse stata la tv avrebbe avuto in mano anche quella, il canale uno, due, tre, quattro, fino al sette».
Maria Volpe

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Attesa e timori per «Rockpolitik» in onda giovedì sera
Del Noce e l’autosospensione
Anche Luttazzi non partecipa allo show di Celentano

ROMA - «Celentano? Mi piace moltissimo, lo vedrò con tutta la serenità possibile», assicura il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi, An. Ma il debutto di «Rockpolitik», prima serata di giovedì 20 su Raiuno, non sparge per ora serenità né a viale Mazzini né negli studi di Brugherio, dove la squadra di Celentano è irritatissima per le fughe di notizie. Oggi il Consiglio di amministrazione Rai affronterà l’annunciata «autosospensione» di Fabrizio Del Noce, direttore di Raiuno, dopo aver constatato «l’assoluta impossibilità» di poter esercitare il diritto-dovere di controllo editoriale sul programma di Celentano. Ma già si conosce la risposta, arrivata al direttore generale Alfredo Meocci dall’ufficio legale Rai diretto da Rubens Esposito: l’autosospensione in Rai non esiste, e poi lo stesso Del Noce (dichiarazione del 4 dicembre 2004) ammetteva di aver lui stesso promesso al cantante «assoluta autonomia editoriale, autoesentandoci anche da un eventuale controllo dei testi». Sembra che sarà proprio questa la risposta di Meocci e del Cda. Il consigliere Sandro Curzi, Rifondazione, parla di «ingiustificato e insopportabile clima di timori». La leghista Giovanna Bianchi Clerici definisce ancora una volta «scelta non felice» l’aver esentato Celentano da ogni controllo ma si dice sicura che i regolamenti saranno rispettati.
Ciò che non sarà rispettato, invece, è il piano degli autori di Celentano dopo le anticipazioni apparse ieri su «la Repubblica». Demolito l’effetto sorpresa, non ci sarà più la suddivisione tra lenti e rock (Ciampi è lento, la signora Franca è rock...). La primadonna Luisa Ranieri non entrerà più sulle note rossiniane de «La gazza ladra». E così via. Definitivamente tramontata sembra anche la puntata d’esordio sugli «esiliati» dalla Rai, che tanto ha agitato il settimo piano della Rai. Non ci sarà Enzo Biagi, che ha declinato l’invito. Ieri sarebbe arrivato il «no» di Daniele Luttazzi. In quanto a Michele Santoro, fanno sapere alla Rai, potrebbe sorgere il problema rappresentato dalla direttiva della commissione di Vigilanza dell’11 marzo 2003 (proposta proprio da Claudio Petruccioli, oggi presidente della Rai) che vieta la presenza di uomini politici nei programmi di intrattenimento a meno che non vengano interpellati per la loro «specifica competenza». Santoro ora è eurodeputato e rientrerebbe quindi nella categoria dei politici, sempre secondo qualche parere informale dei legali Rai. Ma proprio Santoro precisa: «La situazione è in evoluzione, vediamo che succede, deciderò».
Confermata invece la presenza di Roberto Benigni giovedì 27 (si profila un «duetto» non solo canoro sull’attualità italiana). Nella prima puntata Gérard Depardieu dovrebbe giocare di contropiede, evitando effettacci acchiappa-audience e leggendo un brano di poesia o forse un monologo teatrale, e Celentano dovrebbe duettare con Ligabue. Altri ospiti in arrivo, in ordine sparso: Beppe Grillo (forse in collegamento), Teo Teocoli e Eros Ramazzotti. Celentano manterrà la scenetta con Antonio Cornacchione su Berlusconi e il comunismo? Si vedrà.
Impossibile prevedere come il Molleggiato userà la «sua» ora di monologo, che è stata ribattezzata «l’ora di terrore», riferendosi ai timori dei vertici Rai. Qualcuno ieri assicurava un sermone d’esordio sui Pacs: ma da Brugherio è arrivata una nervosa smentita informale.

Paolo Conti
INES TABUSSO