00 07/09/2005 09:18

FESTA DELL'UNITA' MILANO
Lunedì 5 settembre, ore 18
"Fabbricando prospettive"
Vannino Chiti e Bobo Craxi.
Conduce Ritanna Armeni


«Era dai tempi delle elementari che non ricevevo gli insulti incassati in
questi giorni»
SOLO QUESTA FUGACE ALLUSIONE DI BOBO NEL CORSO DELLA SERATA, ED E' SUBITO
GIALLO. ANCORA MISTERO FITTO SULLE SUE ATTIVITA' AI TEMPI DELLE ELEMENTARI.


«Abbiamo dimostrato che il Psi non era una banda di malavitosi. Facciamo
parte di diritto della grande famiglia del socialismo italiano. Come ha giustamente
detto il compagno Fassino»
(Bobo Craxi alla Festa dell'Unita', Corriere della Sera, Milano, 5 settembre
2005)


«Accompagnare Berlusconi nel suo declino o in barca a Tahiti non mi sembra
una grande prospettiva politica», risponde a chi gli chiede di commentare
la scelta di sua sorella Stefania, che si candiderà con il centrodestra.
Poi, mentre raggiunge il ristorante: «Credo che il mio sia il sentimento
di tanti socialisti e certo non sono solo, vista l´accoglienza che ho avuto
qua». Sorride Bobo Craxi davanti a un piatto fumante di pizzoccheri, seduto
a un tavolo del ristorante Valtellina della Festa dell´Unità in corso a Milano.
("la Repubblica", Milano, 5 settembre 2005)

BUON APPETITO!


Corriere della Sera
6 settembre 2005
Il figlio di Craxi alla Festa dell?Unità: non ho gioito per gli attacchi
alla Quercia
«Ricostruiamo la sinistra» Bobo applaudito dai Ds
«Nell?Unione con Pannella. De Michelis si convincerà»

MILANO - Il completo blu glielo ha scelto dal sarto la moglie Scilla. La
cravatta di seta rossa anche. Quando arriva alla Festa nazionale dell?Unità,
a Milano, Bobo Craxi è un elegante fascio di nervi. Teso, tesissimo. È la
sua vera «prima volta» alla kermesse della Quercia. Per di più nella «sua»
Milano. L?altra, sempre a Milano, si consumò diciannove anni fa, nel 1986,
quando 22enne accompagnò Claudio Martelli a un confronto con Mussi. Ieri,
però, è stato lui il protagonista di un duetto con il coordinatore della
segreteria nazionale dei Ds Vannino Chiti. Ed era forte, in Bobo Craxi, il
timore di una certa freddezza da parte della platea diessina. La paura di
non essere capito, accettato. Peggio, di essere visto come l?ennesimo imbucato
sul carro dei vincitori. Invece l?incontro, moderato da Ritanna Armeni, ha
trovato toni concilianti. Niente fischi o dissensi. Quell?ora e mezza di
chiacchierata è diventata il suo battesimo con il popolo della Quercia. Anche
se ad applaudirlo, in prima fila, c?erano pure volti noti del socialismo,
come lo zio Paolo Pillitteri e la giornalista Maria Giovanna Maglie. Ma anche
dirigenti ed ex dirigenti locali del Nuovo Psi e dello Sdi. Tutti con la
voglia di ricostituire il filo di una memoria comune, spezzato da Tangentopoli.
Non è un caso se la parola che Bobo Craxi ha usato di più, nel suo intervento,
è stata una sola: «Compagni». All?inizio, subito, un ricordo: «Tanti anni
fa facemmo anche noi una festa del Psi alla Montagnetta». Ma erano altri
tempi. Ora, è il momento di sancire lo strappo: «La Cdl non c?è più. Con
loro non si può governare. Noi socialisti abbiamo il dovere di provare, dopo
13 anni, a perseguire l?unità a sinistra». Ora, è il momento dell?orgoglio:
«Abbiamo dimostrato che il Psi non era una banda di malavitosi. Facciamo
parte di diritto della grande famiglia del socialismo italiano. Come ha giustamente
detto il compagno Fassino». Si ricomincia da lì, da quell?apertura del segretario
ds all?ultimo congresso. Da quella riabilitazione di Bettino Craxi che pure
ha fatto tanto discutere, ma che è stato il primo passo verso questo ricongiungimento
con il centrosinistra. Che il figlio Bobo ieri ha ribadito: «Dopo il congresso
si farà. E anche De Michelis si convincerà della cosa, ne sono sicuro». E
la proposta di Stefano Caldoro del terzo polo? «Non esiste. L?obiettivo è
l?unità».
Chiti ha l?aria soddisfatta e parla di «ricomposizione dell?unità nella sinistra
italiana». Poi, c?è anche il tentativo di sanare qualche ferita. Scherza
Craxi, ma sottolinea il sacrificio personale: «Era dai tempi delle elementari
che non ricevevo gli insulti incassati in questi giorni». Ancora: «Non mi
sono beato del processo fatto ai Ds quest?estate sulla loro moralità». E
Chiti, di rimando, su Tangentopoli: «Sì, i gruppi dirigenti di allora avrebbero
potuto essere più generosi». Applaudono tutti: socialisti e diessini.
Poi, il futuro. Che per Craxi passa attraverso l?accordo con i Radicali:
«Fanno parte della sinistra italiana. Non a caso si chiamano compagni. Con
Bonino e Pannella lavoreremo bene». Solo un accenno alle polemiche con la
sorella Stefania: «Accompagnare Berlusconi nel suo declino o in barca a Tahiti
non mi sembra una grande prospettiva politica». Sulla candidatura di Veronesi
a sindaco di Milano per l?Unione: «Il problema dell?età esiste. Preferirei
una personalità come Carlo Fontana».
Il clima si stempera. L?esame sta per finire. A pochi minuti dallo scadere
dell?incontro, a Bobo Craxi sfugge il primo sorriso. Ed è per il padre, Bettino,
che lui non nomina mai. Fino a quel momento. E, sempre seguendo quel filo
spezzato, lo associa a un ricordo di Enrico Berlinguer: «Il rapporto tra
i due fu particolare. Nel 1980 a San Siro c?era un derby Inter-Milan: vinceva
l?Inter due a zero. Ero seduto allo stadio con papà, di fianco a Berlinguer,
che però tifava Cagliari. A un certo punto mio padre gli disse: "Enrico,
ti debbo parlare". E Berlinguer, rivolto a me: "Vedi, non vuole farmi vedere
la partita". Se ne andarono alla cooperativa di Lampugnano, tra gli stupiti
compagni socialisti che giocavano a carte: fu l?incontro preparatorio delle
Frattocchie».
Angela Frenda





la Repubblica
6 settembre 2005
IL PERSONAGGIO
A Milano dibattito con Chiti, poi pranzo negli stand con l´ex sindaco Pillitteri
Craxi jr alla Festa dell´Unità "Bentornato a casa, Bobo"
RODOLFO SALA

MILANO - «Una bella accoglienza, del resto non mi aspettavo nulla di diverso».
Sorride Bobo Craxi davanti a un piatto fumante di pizzoccheri, seduto a un
tavolo del ristorante Valtellina della Festa dell´Unità in corso a Milano.
Cena a quattro, spesso interrotta da gente che va a stringere le mani del
figlio di Bettino, gli dice «Benvenuto», e anche «Bentornato», «Siamo contenti
di vederti qui»: con Bobo ci sono lo zio, ed ex sindaco della città, Paolo
Pillitteri, il segretario milanese dei Ds Pierfrancesco Majorino e la senatrice
della Quercia Ornella Piloni. Atmosfera molto tranquilla, sembra quasi una
rimpatriata. Con i padroni di casa Craxi junior ricorda i tempi belli della
Fgci e della gioventù socialista, quando poteva anche capitare di litigare,
ma spesso e volentieri - come a Milano - si governava insieme. Fino a Tangentopoli,
fino all´inizio della fine del Psi e del suo leader, e al conseguente divorzio
con i «comunisti giustizialisti».
Eccolo qui, Bobo, tredici anni dopo l´annus horribilis che cominciò con l´arresto
del «mariuolo» Mario Chiesa innescando la fine della Prima Repubblica. Lo
invitano a un dibattito con il coordinatore della segreteria dei Ds Vannino
Chiti, e lui accetta di buon grado. Del resto non dovrebbero esserci problemi:
Craxi il giovane, deputato della Cdl eletto a Trapani, ha spiegato da tempo
che il posto dei socialisti è nel centrosinistra. Per questo il popolo della
festa lo considera un po´ figliol prodigo. Dibattito con 200 persone, nessun
fischio e molti applausi. Ma quel che conta di più sono le dimostrazioni
d´affetto che Bobo riceve quando lo accompagnano in un giro fra gli stand.
Niente di eccessivo, però fioccano sorrisi, strette di mani, incoraggiamenti.
Gongola lo zio Pilli: «Anche il vecchio sindaco ha avuto il suo successo».
Uno gli si avvicina e chiede: «Benvenuto, allora cosa facciamo?». E Pillitteri:
«Parliamone con calma...».
Bobo sembra in vena: «Accompagnare Berlusconi nel suo declino o in barca
a Tahiti non mi sembra una grande prospettiva politica», risponde a chi gli
chiede di commentare la scelta di sua sorella Stefania, che si candiderà
con il centrodestra. Poi, mentre raggiunge il ristorante: «Credo che il mio
sia il sentimento di tanti socialisti e certo non sono solo, vista l´accoglienza
che ho avuto qua». E i socialisti che non sono andati di là, quelli dello
Sdi, arrivati alla festa in forze, se lo mangiano con gli occhi, a cominciare
dal segretario provinciale Nando Vertemati.
«Il nuovo Psi - insiste Craxi - deve entrare nel centrosinistra e formare
un´alleanza con lo Sdi e i compagni radicali, e non creare un terzo polo
come oggi ha proposto il ministro Stefano Cimadoro». Insomma: «Bisogna allargare
il cuore del centrosinistra a partiti dalla comprovata cultura riformista».
Poi l´attacco a Berlusconi: «Lo sbarramento al 10 per cento è un delirio
politico». E una proposta per il candidato sindaco che a Milano dovrà cercare
di sfrattare la destra: «Con Umberto Veronesi c´è un problema di età». Lui
preferirebbe l´ex sovrintendente alla Scala, cacciato da Albertini, Carlo
Fontana. Ormai è un alleato, Bobo, e lo può fare: non è interferenza indebita.


INES TABUSSO