LA BOTTEGA DELLO ZINGARO ...(grazie della visita) BOTTEGA GANG-Le parole per dire tante cose graffiando la Vita -by Gruppo Selvaggio" Chi copia commette una violazione del regolamento ( Forum ) "

I am sorry

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    albert314
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    00 29/05/2023 16:07
    I am sorry, disse un capitano di lungo corso quanto la vita... Si sa che "Addio capitano, mio capitano" è una poesia, che non ho mai letto per intero, scaturita comunque dal genio di Walt Whitman in onore di Abramo Lincoln, citata dal prof John Keating (Robin Wiliams) nel finale del film "Dead Poets Society" (1989), in italiano tradotto 'filosoficamente' "L'attimo fuggente"; il regista australiano Peter Weir si era avvalso della valorosa sceneggiatura e soggetto di Tom Schulman, ma devo confessare che ho apprezzato tale pellicola solo parecchi anni dopo la sua uscita. Anche Lucio Dalla cantava di un capitano in una ben nota canzone, ma certamente si trattava di un altro capitano. - Non spesso ma almeno qualche volta càpita già d'essere o diventare 'capitani' per noi stessi, specie quando restiamo soli nel buio della notte "che ci inghiotte" come cantava egregiamente Ruggeri nei bei tempi remoti. Mentre ora pare proprio che sopravviviamo 'tutti' nel Ventre d'un guscio Vuoto nel "gran deserto d'uomini": a questa quasi atroce immagine di massa, coniata da Baudelaire, si aggiungono per es. enormi ossi di seppia montaliani - nelle società ipertecnologiche senza nessuna 'pietas' umana.
    Due secoli dopo '"l'atomo opaco del male" cantato da Giovanni Pascoli, i mostri si sono con gran rapidità susseguiti ovunque - come per es. l'autore di questo abbastanza recente "brutale assassinio: il 44enne Fontana, quel pomeriggio, colpì alla testa la 26 enne con un martello, per poi finirla con un colpo alla gola. Poi fece a pezzi il corpo, conservandolo in un congelatore acquistato su Amazon, fino a quando ha abbandonato i resti nelle campagne di Brescia. Si torna in aula il prossimo 5 giugno". - Nel 90 dopo Cristo, durante il regno dell'imperatore romano Domiziano, figlio di Vespasiano e fratello di Tito - - Giovanni di Patmos, che sono convinto non fosse proprio l'apostolo Giovanni, altrimenti sarebbe stato troppo vecchio, scrisse nell'Apocalisse la visione del Trono di Dio simile a una pietra, siedono intorno 24 candidi anziani e vicino stanno pure 4 esseri con 6 ali ciascuno, pieni di occhi davanti&dietro. - Appaiono grandi segni nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi, era incinta e grida per le doglie finché partorisce un maschio, ma ad essi si oppone un drago mostruoso e "scoppia una guerra nel cielo". L'arcangelo Michele fa precipitare il drago, la donna si rifugia nel deserto, allora il drago fa uscire dal mare un'altra creatura mostruosa, muoiono grosse parti del genere umano: chi si salva deve adorare la Bestia marina, la quale impone un marchio in fronte e sulla mano dx. Si può dire quindi che riesce a sopravvivere soltanto un uomo o donna su 1000, un po' come nella sincera canzoncina morandiana "Uno su mille ce la fa..." - Ah, dimenticavo: dal quinto sigillo escono tutte le moltitudini di martiri che reclamano giustizia... Ecco il susseguirsi di tutte le disgrazie di 'sto mondo materiale e immateriale, poiché i peccati del genere di Adamo ed Eva sono i veleni stessi via-via inoculati da Satana: egli non è che sia fatto di materia ma è uno spirito, non tanto libero, creato cmq pure lui da Dio, infatti alla fine finirà in catene per 1000 anni, ma fino ad allora si può riprodurre in tutte le forme 'viventi' e mortali che vuole, per sedurre e tentare appunto il genere umano a suo piacimento, cercando in tutte le maniere di 'fargliela pagare a Dio' per tutto il sangue versato ed il Dolore universale.... Noi per es. leggiamo nel geniale poema di Baudelaire "Pietà, Satana, del mio lungo soffrire", oppure "Una stagione all'inferno" che è poi stata la baldanzosa-desolata giovinezza di Rimbaud, fatto sta che "l'Apocalisse di Giovanni "termina con la visione dei nuovi cieli e della nuova Terra".
    [Modificato da albert314 30/05/2023 09:34]
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    albert314
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    00 29/05/2023 18:42
    2. Già nell'antica Grecia Diògene andava con la lanterna cercando 'l'uomo verosimile', figuriamoci oggi. Ho faticato anni per trovare un aggancio effettivo tra me e il prof di quel film dell'89, "L'attimo fuggente", tra me ed un certo tipo davvero un po' anomalo di studenti senza dubbio 'remoti'. La stessa difficoltà che provai per entrare 'dentro' il film di Troisi, con Troisi e Noiret "Il postino", anche perché Troisi amava per davvero quel grande poeta cileno ma internazionale (Neruda). Ci ho messo diversi anni prima di apprezzare davvero quel film. Lo stesso regista che aveva aiutato Troisi in quell'ultimo suo film, poi girò uno splendido "Il mercante di Venezia" che si snoda secondo il dramma shakespeariano simile ad un flauto magico, con gli splendidi attori che sappiamo, ma questo film lo apprezzai seduta stante, anche per il fatto 'istintivo' di sentirlo o avvertirlo come fenomeno poco o nulla commerciale: una specie di sogno poetico a suo modo realizzato. - Oggi che non si può più parlare di qualche recòndito o meno 'significato' legato a determinate circostanze... invece ci sovviene un misterioso 'significante' lacaniano, legato a certi film ed attori, spesso ora scomparsi, che formano un archetipo trasfigurato a volte in leggenda, ossia personaggi veri, panteisti, assai differenti dai soliti miti anche postmoderni con i loro Olimpi dello sport come global-mercato. Lasciando 'io' povero stoico dell'amor fati, perdere gli squallidi psicanalisti attuali a cui fa molto comodo non tenere più nel dovuto conto né il subconscio né l'inconscio perché sono qualità troppo scomode e inquietanti: da lì "infernale guazzabuglio sinistramente subdolo" nasce purtroppo però anche la fine dell'arte, della poesia, per dare spazio a macelleria ignobile alquanto e loffie installazioni alla moda, non la smetterò mai di fare il Demòstene. Nel corso dei secoli ci sono stati tanti pseudo-Demosteni così come pseudo-Ciceroni, ma il vero Demostene è diventato famoso perché se la prendeva forse troppo con Filippo il macèdone, (padre di Alessandro Magno), poi ucciso essendo anche bisessuale, invìso cmq ai potenti sacerdoti di culti pagani un po' mafiosi legati ai Santuari antichi, simili a certi arcivescovi pseudo-cristiani dei secoli successivi, che gestivano immani zone di lor potere incontrastato. In ogni caso Demostene ce l'aveva talmente tanto con i macèdoni che alla fine gli ateniesi lo accusarono di essersi lasciato corrompere, perciò fu costretto a stare in esilio come un povero vagabondo itinerante, finché preferì avvelenarsi piuttosto che farsi catturare dagli sgherri del generale macedone Antìpatro, successore di Alessandro Magno. (Un po' come succederà al grande Annibale un secolo e mezzo più tardi - per non essere consegnato ai romani dal re di Bitinia).

    [Modificato da albert314 30/05/2023 11:45]
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    albert314
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    00 30/05/2023 12:23
    3. Ma vorrei qualcosa o qualcuno x un archetipo-poesia dove 'costei' fosse incarnata in rare personalità quasi aliene, lungo millenni di storie fino ad un futuro ancora ignoto chissà, dove il presente non è che il punto medianico d'incontri quasi invisibili (per forza di cose, gravose situazioni più o meno attuali ecc.) - Ecco oggetti dei 'sublimi desideri', certi libri certi dipinti congeniali, mentre Robin Williams offriva agli studenti alcuni insostituibili consigli "Il mio Capitano che mi ha insegnato tante sfumature dell'anima, tanti 'significanti' da dare alla vita", "NOI NON LEGGIAMO E SCRIVIAMO POESIE PERCHE' E' CARINO..." MA PERCHE' ALLORA?
    "LA POESIA, LA BELLEZZA, UN CERTO ROMANTICISMO...ci tenevano in vita..." - E quando Williams fu trovato impiccato ad una cintura nella sua casa, si seppe che il grande attore non solo aveva il morbo di Parkinson, ma soffriva anche di un'altra malattia degenerativa. Un po' come se il prof dell'ormai vecchio film, espulso dal collegio dove insegnava 'nuove strade', si fosse impiccato parecchi anni dopo. - Problema per me irrisolvibile quello del suicidio, addirittura in un certo senso ripugnante - un veleno non solubile neppure nella cosiddetta coppa d'oro screziato e striato di un'intera esistenza, anche se spesso ti tocca bere da una e poi da un'altra coppa sempre abbastanza avvelenata. Ma devo confessare che se hai ancora un po' di salute, il tuo talento naturale (che ti è stato in buona parte trasmesso dai tuoi avi) devi riuscire in qualche modo stregato ad alimentarlo con tenacia - perseverando in quell'attitudine che senti congenita, come se tu fossi un bravo&rigoroso regista per la tua stessa vita, (penso a Bunuel o a Dino Risi de "Il sorpasso", oppure i film 'speeedy' di uno geniale come R.W. Fassbinder, morto troppo presto per abuso di coca e... Però non è giusto che sia anche lui, come Artaud e tanti-pochi altri artisti, oggetto collettivo d'una specie di 'damnatio memoriae', infatti se ne parla pochissimo - e per es. in Italia i suoi autentici capolavori non vengono praticamente più trasmessi: siamo in un paese di fessacchiotti trogloditici?). Per quel processo di eternità rapidissime, anni '70, anfe e spini avanti&indietro, quasi mai però vi fu (da par mio) un qualche abuso, invece tanti caddero, ahi-loro, anche proprio intorno al sottoscritto, come ad es. un amico potenziale non sopravvissuto, chiamato allora in gergo quasi dialettale Pa'#squalino...
    [Modificato da albert314 31/05/2023 16:50]
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    albert314
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    00 04/06/2023 12:23
    Ma cosa me ne frega se Aldo Busi quella sera o notte nel programma-tv di Marzullo gli disse, più o meno "cosa aspetta a diventare omo?" ecc., mentre Marzullo lo guardava arci perplesso, però bisogna anche pensare che in quei tempi ormai lontani Busi aveva acquisito un potere mediatico notevole, che poi come molto spesso accade, viene successivamente perduto da tanti anche in fuga inconsapevole 'da se stessi', e da tanti altri regolarmente più o meno in auge... Cmq siccome poi Marzullo aveva 'inopinatamente' citato culturalmente, un'intellettuale come Prezzolini... - Busi leggermente scocciato disse a Marzullo "Ma proprio un 'fascistone' come... deve tirarmi fuori?" e Marzullo sempre impassibilmente perplesso... Così riflettevo che il tale intellettuale citato da Marzullo, il Prezzolini morto a Lugano a 100 anni d'età, aveva sentenziato: "Sì, d'accordo, Montale è stato un bravo poeta, ma cosa volete che sia in confronto a D'Annunzio, che è stato il dittatore estetico di un'epoca?". - Per farla breve sostengo che per alcuni suoi versi Montale sia 'superiore' a D'Annunzio, senza pretesa di formular 'pagelle'... Montale, da severo gentiluomo già uomo-medio: il suo in ogni caso non essere retorico né mai smodatamente ridondante, la sua spesso eccellente scarnicità, non poteva certo essere un dandy-intellettuale di un'altra epoca... una 'fiction' incarnata in un modello 'arbiter elegantiae'; insomma (D'Annunzio) un vero e proprio 'fingitore' per usare una parola tanto cara all'impiegato portoghese Pessoa.
    [Modificato da albert314 05/06/2023 10:49]