rivoltiamo la classica domanda: ma la Scienza esiste????

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
ghost264
00martedì 8 novembre 2005 23:47
Siamo soliti da millenni chiederci se la Religione non sia altro he la fantasia, la proiezione, o comunque l'espresisone di un bisogno umano.E da sempre l'uomo cerca di provare o disprovare l'esistenza di Dio. Ma perchè non ci chiediamo se la SCIENZA esiste.

eccovi una splendida riflessione di Alberto Brasioli

Quella con la “esse” maiuscola, che anche nel caso del referendum sulla Legge 40 è stata invocata a pieni polmoni per risolvere delicate questioni etiche, in realtà è un fantasma, al quale è inutile chiedere pronunciamenti morali. Esistono teorie, ipotesi, metodi che tendono a raggiungere risultati per lo più certi nell’ambito della natura e della tecnica, che negli ultimi tre secoli ci hanno offerto progressi estremamente utili. Ma la storia moderna è anche costellata di clamorose gaffes, di paurosi abbagli, tipo le elucubrazioni di geni come Newton e Cartesio sul flogisto o sull’etere, che in realtà neppure esistono. E soprattutto, dimenticarsi che ogni disciplina è valida solo entro i limiti dell’oggetto sul quale indaga, e non in assoluto, significa fare dello stato attuale, precario, delle nostre conoscenze un idolo pericoloso.

[Modificato da ghost264 08/11/2005 23.54]

Breznev
00mercoledì 9 novembre 2005 15:42

Diciamo che, riprendendo le parole stesse di Brasioli, "ogni disciplina è valida solo entro i limiti dell’oggetto sul quale
indaga". Con questo possiamo dire innanzitutto che la Scienza non è un "qualcosa a cui chiedere principi morali"; i principi
morali possono essere dati da altre "entità" che possono essere la religione, il credo politico, il senso civico, il
pensiero filosofico o altro ancora.
La Scienza non è un'entità astratta dispensatrice di consigli o dogmatismi, ma un qualcosa di oggettivo, applicato appunto
alla natura e alla tecnica e soprattutto non immutabile.
Dicendo questo mi ricollego al discorso delle "gaffes" della scienza. Non bisogna dimenticare che la scienza è fondamentalmente
sperimentazione e ricerca; i grandi scienziati hanno sempre esplorato molte strade, alcune delle quali si sono rivelate
prive di fondamento, mentre altri scienziati hanno corretto o rivisto teorie che parevano consolidate. Ma la forza del
progresso e del sapere scientifico sta proprio qui: nella capacità di rimettere in discussione se stesso e riconoscere i
propri errori (cosa che ad esempio le religioni non fanno), per migliorare il sapere scientifico e di conseguenza apportare
benefici al genere umano.

Sul fatto della famigerata legge 40 invece siamo di fronte ad un'altra questione, ben diversa dalla scienza e legata a
convinzioni personali e religiose, ovvero il fatto che l'embrione sia vita o meno.

Quanto a provare l'esistenza di Dio...beh, credo sia una questione di fede, e non di scienza.


ghost264
00mercoledì 9 novembre 2005 16:22
ma proprio per le "gaffes" è assurdo definirla come "un qualcosa di oggettivo" . Di oggettivo non esiste nulla altrimenit la sperimentazione non sarebbe con gli anni opinabile.

Asserire invece che la scienza imparara dai propri errori ( se così fosse l'aids non esisterebbe) e la religione no ( se così fosse ci sarebbero ancora le crociate sanguinarie.. e non fatemi i discorsi di crociate teologiche parliamo di realtà cocnrete) mi pare altrettanto dogmatico


o no?

Breznev
00mercoledì 9 novembre 2005 16:55
Re:

Scritto da: ghost264 09/11/2005 16.22
ma proprio per le "gaffes" è assurdo definirla come "un qualcosa di oggettivo" . Di oggettivo non esiste nulla altrimenit la sperimentazione non sarebbe con gli anni opinabile.

Asserire invece che la scienza imparara dai propri errori ( se così fosse l'aids non esisterebbe) e la religione no ( se così fosse ci sarebbero ancora le crociate sanguinarie.. e non fatemi i discorsi di crociate teologiche parliamo di realtà cocnrete) mi pare altrettanto dogmatico
o no?



Il "qualcosa di ogggettivo" doveva essere un rafforzativo del fatto che il compito della scienza non è quello di dispensare morale, forse l'ho usato in modo improprio.

Beh, che la scienza impara dai propri errori, invece, è proprio oggettivo e non dogmatico, e questo è la stessa storia della scienza a dircelo. Nel corso dei secoli gli scienziati hanno sempre corretto gli errori dei loro predecessori, anche a costo di rinnegare alcune convinzioni radicate nei secoli.
Non ho capito il riferimento all'Aids.


ghost264
00mercoledì 9 novembre 2005 17:07
perchè quanto è stato detto sul collegamento dell hiv con l'aids è assolutamente in discussione da anni.
Infatti è ingiustificata la mancanza di progressi fatti nei confronti dell'aids se questa fosse davvero semplicemente una "possibile degenerazione" causata dal'hiv. Questo modo della scienza di dare risposte per certe a fattori assolutamente sconosciuti, è centenaria e creata appositamente per le lobby farmaceutiche
Breznev
00mercoledì 9 novembre 2005 17:23
Re:

Scritto da: ghost264 09/11/2005 17.07
perchè quanto è stato detto sul collegamento dell hiv con l'aids è assolutamente in discussione da anni.
Infatti è ingiustificata la mancanza di progressi fatti nei confronti dell'aids se questa fosse davvero semplicemente una "possibile degenerazione" causata dal'hiv. Questo modo della scienza di dare risposte per certe a fattori assolutamente sconosciuti, è centenaria e creata appositamente per le lobby farmaceutiche



La scienza e le lobby farmaceutiche sono 2 cose a mio avviso ben contrapposte; le lobby non agiscono per il bene dell'umanità o per il progresso scientifico, ma solo a loro uso e consumo.
Può darsi che il collegamento virus-malattia sia vero ma alle lobby faccia comodo vendere quintalate di farmaci costosissimi e da prendere a vita, piuttosto che sfornare qualcosa che guarisca a titolo definitivo, o un vaccino preventivo.

BRESCIAGGHER
00mercoledì 9 novembre 2005 23:48
Re: Re:

Scritto da: Breznev 09/11/2005 17.23


La scienza e le lobby farmaceutiche sono 2 cose a mio avviso ben contrapposte; le lobby non agiscono per il bene dell'umanità o per il progresso scientifico, ma solo a loro uso e consumo.
Può darsi che il collegamento virus-malattia sia vero ma alle lobby faccia comodo vendere quintalate di farmaci costosissimi e da prendere a vita, piuttosto che sfornare qualcosa che guarisca a titolo definitivo, o un vaccino preventivo.





condivido queste tue parole

ghost264
00giovedì 10 novembre 2005 10:31
questo perchè spesso si confonde il concetto di ricerca con il concetto scienza


leggete questo articolo se vi va

www.albanesi.it/Notizie/risultati.htm
Breznev
00giovedì 10 novembre 2005 12:17
Re:

Scritto da: ghost264 10/11/2005 10.31
questo perchè spesso si confonde il concetto di ricerca con il concetto scienza

leggete questo articolo se vi va

www.albanesi.it/Notizie/risultati.htm


Ho letto l'articolo.

Mi sembra che il sig. Albanesi faccia molta confusione tra ricerca scientifica e mediatizzazione/interessi delle case farmaceutiche, che sono delle cose ben diverse.
Ha messo molte "ovvietà" in questo articolo, inventandosi come giustificativo una definizione fantasiosa di "ricerca leggera - ricerca pesante". E' chiaro che una ricerca seria deve essere rigorosa, e di ciò che fanno le case farmaceutiche ne abbiamo già detto; queste puntano al commerciale e non alla ricerca.
In ogni caso la farmacologia non è che una delle tante branche della scienza, e prendendo solo questa come esempio, Albanesi commette lo stesso errore che lui stesso imputa alla scienza.

"la ricerca è un punto di partenza, non un punto d'arrivo".
Questa frase è fondamentalmente sbagliata. Infatti la ricerca non è né un punto di partenza né quello di arrivo, ma è il mezzo che porta dal punto di partenza (la teoria) al punto di arrivo (la dimostrazione provata della teoria).

L'esempio sulla caccia alle streghe è poi quasi ridicolo, quasi non fosse il frutto dell'ignoranza regnante dell'epoca (non del fanatismo) - anche qui ha commesso di nuovo lo stesso errore.


BRESCIAGGHER
00giovedì 10 novembre 2005 21:42
Re: Re:

Scritto da: Breznev 10/11/2005 12.17

Ho letto l'articolo.

Mi sembra che il sig. Albanesi faccia molta confusione tra ricerca scientifica e mediatizzazione/interessi delle case farmaceutiche, che sono delle cose ben diverse.
Ha messo molte "ovvietà" in questo articolo, inventandosi come giustificativo una definizione fantasiosa di "ricerca leggera - ricerca pesante". E' chiaro che una ricerca seria deve essere rigorosa, e di ciò che fanno le case farmaceutiche ne abbiamo già detto; queste puntano al commerciale e non alla ricerca.
In ogni caso la farmacologia non è che una delle tante branche della scienza, e prendendo solo questa come esempio, Albanesi commette lo stesso errore che lui stesso imputa alla scienza.

"la ricerca è un punto di partenza, non un punto d'arrivo".
Questa frase è fondamentalmente sbagliata. Infatti la ricerca non è né un punto di partenza né quello di arrivo, ma è il mezzo che porta dal punto di partenza (la teoria) al punto di arrivo (la dimostrazione provata della teoria).

L'esempio sulla caccia alle streghe è poi quasi ridicolo, quasi non fosse il frutto dell'ignoranza regnante dell'epoca (non del fanatismo) - anche qui ha commesso di nuovo lo stesso errore.






condivido sulla velata superficialità anche se il discorso che viene fatto ha una sua logica

Fabiosofo
00venerdì 11 novembre 2005 12:39
scienza
Non conosco Brasioli,però come dice giustamente Breznev,è un pò confusionario.
Non si può mettere in discussione la scienza in quanto tale,e nemmeno si può asserire che è conoscenza certa ed oggettiva.
Chi ha fatto un pò di filosofia della scienza,infatti,sa che l'oggettività è l'aspirazione della scienza,ma uno scienziato deve essere perfettamente consapevole dei limiti che la scienza ha. La scienza fondamentalmente si basa su ipotesi teoriche e su conseguenti principi di verificazione e di falsificabilità (il più grande filosofo della scienza,karl Popper,insegna).
Chi ritiene che la scienza sia un sapere certo ed assoluto,senza alcun limite,è semplicemente un pessimo scienziato,uno scientista.
Fabio
(Upuaut)
00sabato 3 dicembre 2005 14:32
Re: scienza

Scritto da: Fabiosofo 11/11/2005 12.39

Chi ritiene che la scienza sia un sapere certo ed assoluto,senza alcun limite,è semplicemente un pessimo scienziato,uno scientista.
Fabio



Giusto.
Chi fa Scienza è lo scienziato.

Lo scientista è una figura che può essere benissimo paragonata a chi fa del proprio credo la "verità" assoluta e incrollabile anche se non dimostrata o non dimostrabile.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:01.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com