ore decisive per il federalismo fiscale

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DarkWalker
00martedì 20 gennaio 2009 18:02
Ore decisive per il federalismo fiscale
di Eugenio Bruno

Sul federalismo fiscale siamo entrati nelle 72 ore decisive. Con la discussione generale l'assemblea di Palazzo Madama ha iniziato oggi l'esame del disegno di legge Calderoli. Rinviando però a domani l'inizio delle votazioni sugli oltre 400 emendamenti depositati. Quando forse ne saprà di più sulle sorti dell'intero provvedimento, la cui approvazione è prevista per giovedì. Resta da capire infatti quale sarà l'atteggiamento delle opposizioni, che in commissione si sono astenute e che in aula potrebbero votare contro. Soprattutto dell'Udc che in mattinata ha presentato anche tre pregiudiziali di incostituzionalità. Tutte poi respinte con l'astensione dell'Italia dei valori e la non partecipazione al voto del Pd.

Preso atto delle intenzioni dei centristi che sembrano sempre più prossimi a dire "no", allo stato attuale, i maggiori dubbi riguardano l'atteggiamento che terranno i democratici. Ai quali è giunto il plauso del ministro delle Riforme Umberto Bossi che ha poi aggiunto: «È difficile stare fuori da tutti i giochi e gli errori si pagano a caro prezzo». Risolutivo, per stessa ammissione del capogruppo al Senato Anna Finocchiaro, potrebbe essere l'incontro previsto per domattina alle 8.30 quando il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli annuncerà le scelte del Governo sui quattro punti ancora aperti: perequazione verticale, trasporto pubblico locale, manovrabilità dell'aliquote Irpef e, soprattutto, Città metropolitane.

Concetti ribaditi in aula dal relatore di minoranza Walter Vitali (Pd). Dopo avere dato atto al Governo di «un'apertura autentica al confronto con le proposte provenienti dall'opposizione» e definito il lavoro svolto in sede di comitato ristretto «una rara eccezione che merita d'essere positivamente sottolineata», l'ex sindaco di Bologna ha chiesto all'Esecutivo di intervenire sui punti ancora aperti. Ricordando le tre questioni collegate: cornice istituzionale in cui il federalismo verrà inserito, rimborso Ici ai Comuni e mancanza assoluta di numeri. E, proprio parlando di numeri, lo stesso Vitali ha rimarcato l'assenza del ministro dell'Economia Giulio Tremonti «il quale con il suo silenzio assordante è il convitato di pietra della discussione sul federalismo fiscale». Ma Tremonti dovrebbe essere in aula domani per le repliche del Governo.

Più centrata sul lavoro sin qui svolto e sul restyling che il testo ha già subito in commissione la relazione di maggioranza affidata al presidente della commissione Bilancio, Antonio Azzollini (Pdl). Secondo il quale le modifiche hanno riscritto «in profondità» il Ddl. Nel guardare avanti Azzolini ha rinviato ai decreti legislativi il compito di sciogliere i «nodi attuativi» ancora irrisolti.


dal sole24ore
Ace Ventura
00martedì 20 gennaio 2009 18:53
e speriamo, purchè poi non si passi al progetto bossi "sterminio del merdione"!
DarkWalker
00martedì 20 gennaio 2009 19:01
io mi chiedo quando comincerà a girare una bozza affidabile. L'ultima che avevo visto -ed era parecchio tempo fa- non introduceva nessun cambiamento di rilievo, di fatto l'autonomia finanziaria rimaneva ancora inattuata.
Riccardo.cuordileone
00martedì 20 gennaio 2009 20:46
Ma si è tutta una presa in giro... [SM=x751544]
Ace Ventura
00martedì 20 gennaio 2009 23:55
la prima bozza invece era ottima, era il federalismo che sognavan i leghisti, l'ultima bozza era terribile, istituiva una cassa comune che di fatto non avrebbe cambiato nulla... Però diceva la lega che avrebbe risolto tutto prima della fine... mah! boh! dipende da quanta fiducia rimettete nei brillanti cervelli di Calderoli Bossi & co.
Granduca di Milano
00sabato 24 gennaio 2009 08:38
Il vero problema è che le riforme non possono essere fatte dai politici che vogliono solo difendere i loro privilegi è come dire di tagliarsi le balle da soli, di conseguenza il barcone che viaggia alla deriva da 60 anni non cambiarà nulla.
Ace Ventura
00sabato 24 gennaio 2009 17:13
Re:
Granduca di Milano, 24/01/2009 8.38:

Il vero problema è che le riforme non possono essere fatte dai politici che vogliono solo difendere i loro privilegi è come dire di tagliarsi le balle da soli, di conseguenza il barcone che viaggia alla deriva da 60 anni non cambiarà nulla.




non sempre...
=Mimmoxl=
00sabato 24 gennaio 2009 23:16
la cosa che mi preoccupa è che Tremonti ha candidamente ammesso "non sappiamo quanto costerà il federalismo fiscale" (e aggiungerei, a chi)...

Cioè, stiamo facendo un passaggio epocale (in senso buono o cattivo, lo deciderà la storia), ma economicamente, in un periodo di recessione, ci permettiamo un salto nel buio a livello di fabbisogno finanziario?

Assolutamente una pazzia...
DarkWalker
00domenica 25 gennaio 2009 09:22
FEDERALISMO, PRIMO SI' ALLA GRANDE RIFORMA. BERLUSCONI: NON AUMENTERA' LA PRESSIONE FISCALE

L'assemblea del Senato con 156 voti a favore, 6 voti contrari e 108 astenuti ha approvato il ddl sul federalismo fiscale, che ora passa all'esame della Camera.

Hanno votato si' al provvedimento il Pdl, la Lega e Mpa.

Pd e Idv si sono astenuti, contrari i senatori dell'Udc, tranne il senatore Antonio Fosson della Valle D'Aosta che in dissenso dal gruppo ha votato a favore. I tre senatori della Svp, Manfred Pinzger, Oskar Peterlini, Helga Thaler si sono astenuti. In dissenso dal gruppo anche la senatrice Luciana Sbarbati del Pd che ha votato contro.

''La pressione fiscale non dovra' aumentare e non aumentera''', ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

''La riforma federale porta il nostro Stato a essere uno Stato moderno - ha sottolineato Berlusconi all'uscita di Palazzo Madama - come Gran Bertagna, Germania e Belgio''.



ECCO COSA PREVEDE IL DDL (SCHEDA)

Responsabilizzare i centri di spesa, accrescere la trasparenza dei meccanismi finanziari e il controllo democratico dei cittadini nei confronti degli eletti.

Superare il sistema di finanza regionale e locale ancora improntato a meccanismi di trasferimento, in cui le risorse finanziarie di Regioni ed enti locali non sono stabilite e raccolte dagli enti che erogano i servizi ma derivano loro, in misura significativa, dallo Stato. Sono questi i principi sui quali e' imperniato il disegno di legge delega sul federalismo fiscale che e' stato approvato questa sera, in prima lettura, dal Senato e che ora passa all'esame della Camera. Il testo era stato approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 3 ottobre, il via libera preliminare del Governo c'era stato nella riunione dell'11 settembre scorso.

Entro due anni sara' emanato il decreto legislativo che fissa la data entro la quale cominceranno a decorrere i cinque anni per l'entrata a regime della riforma che quindi avverra' entro nove anni dall'approvazione del provvedimento.

CARICO FISCALE - Nessun aggravio per i cittadini. Il passaggio al nuovo sistema non dovra' produrre aggravi del carico fiscale nei confronti dei cittadini: alla maggiore autonomia impositiva di Regioni ed enti locali corrispondera' una riduzione dell'imposizione statale. La pressione fiscale complessiva dovra' anzi ridursi e ad ogni trasferimento di funzioni dallo Stato alle autonomie dovranno corrispondere trasferimenti di personale, in modo da evitare duplicazioni di funzioni o costi aggiuntivi.

AUTONOMIA IMPOSITIVA - Finisce il sistema di finanza derivata, sulla base della spesa storica, e si passera' gradualmente all'autonomia impositiva ed al criterio dei costi standard: in luogo del finanziamento della spesa storica, che puo' consentire anche sprechi o inefficienze, si fara' riferimento ai costi corrispondenti ad una media buona amministrazione (costi standard).

Viene prevista un'effettiva autonomia di entrata e di spesa di Regioni ed enti locali. Ci saranno quindi tributi di cui le amministrazioni regionali e locali potranno determinare autonomamente i contenuti, nella cornice e nei limiti fissati dalle leggi. I tributi dovranno garantire flessibilita', manovrabilita' e territorialita'; le amministrazioni piu' efficienti, che sanno contenere i costi a parita' di servizi, potranno cosi' ridurre i propri tributi.

PEREQUAZIONE - Nel quadro del superamento del criterio della spesa storica, si fara' riferimento ai costi standard; sara' assicurata l'integrale perequazione per gli enti con minore capacita' fiscale per abitante, per le spese riconducibili ai livelli essenziali, per le Regioni, ed alle funzioni fondamentali, per gli enti locali.

Il fondo perequativo per i livelli essenziali delle prestazioni sara' alimentato, per le Regioni, dalla compartecipazione all'IVA; per le altre spese dall'addizionale regionale all'IRPEF.

CITTA' METROPOLITANE E ROMA CAPITALE - Sono previste specifiche disposizioni per le aree metropolitane, la cui autonomia di entrata e di spesa dovra' essere commisurata alla complessita' delle piu' ampie funzioni.

Con specifico decreto legislativo sara' disciplinata l'attribuzione delle risorse alla citta' di Roma, conseguenti al ruolo di capitale della Repubblica. Sara' inoltre disciplinata l'attribuzione a Roma di un proprio patrimonio.

Per Roma Capitale sono state specificate meglio le funzioni amministrative. Il Campidoglio si occupera' di tutela e valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali; difesa dall'inquinamento; valutazione dell'impatto ambientale; sviluppo economico e sociale di Roma Capitale; sviluppo urbano e pianificazione territoriale; edilizia pubblica e privata; trasporto pubblico; protezione civile. Queste funzioni sono disciplinate con regolamenti del consiglio comunale, che diventa 'Assemblea capitolina'.

SEDI DI COORDINAMENTO - Si prevede per la prima fase attuativa l'istituzione di una Commissione paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale, della quale faranno parte i rappresentanti dei diversi livelli istituzionali. La Commissione dovra' raccogliere ed elaborare i dati in vista della predisposizione dei decreti legislativi da parte del Governo, in un quadro di complessiva collaborazione e condivisione tra Stato, Regioni ed enti locali.

FASE TRANSITORIA - Saranno garantite: la gradualita' del passaggio, in modo non traumatico, dal vecchio sistema basato sulla spesa storica al nuovo sistema fondato sul criterio dei costi standard; la sostenibilita' del passaggio da parte di tutti i soggetti istituzionali; la congruita' delle risorse a disposizione di ogni livello di governo.

BICAMERALE - Nascera' una Commissione Bicamerale che dovra' dare il parere sui decreti attuativi. Sara' composta da 15 deputati e 15 senatori, e potra' contare su un comitato esterno con rappresentati delle autonomie territoriali nominato dalla Conferenza Unificata.
Riccardo.cuordileone
00domenica 25 gennaio 2009 12:13
E QUESTO SAREBBE FEDERALISMO??

Quel che pensiamo noi sulla cosiddetta riforma federalista lo sapete (basta leggere i vari post). In estrema sintesi la riteniamo una riformicchia che entrerà in vigore tra una decina d’anni e avrà pochissimi o nulli effetti sull’ingiusta ripartizione dei quattrini tra Nord e Sud. Troppo poco e troppo tardi.
A pensarla così, al Nord cominciamo ad essere in tanti e dopo le perplessità di amministratori locali di destra (Formigoni, Moratti etc.) oggi registriamo una critica fondata della Bresso, presidente del Piemonte. Eccola:

(Adnkronos) - ”Come temevo,-dice la Bresso- quella che era ed e’ un’occasione straordinaria per il nostro Paese, si sta trasformando in una delle solite finte riforme. Il federalismo fiscale, cosi’ come si profilerebbe dal testo licenziato dalle commissione riunite del Senato, e’ una colossale bufala. Per questo, se il testo non cambiera’, il Piemonte si prepara a fare ricorso alla Corte Costituzionale”. Cosi’, in una nota, la presidente della Regione, Mercedes Bresso.
Secondo Bresso, ”non e’ accettabile che i tributi erariali compartecipati siano integralmente contabilizzati nel bilancio dello Stato. Cio’ comporta che l’Iva e l’Irpef non entreranno direttamente nelle casse regionali con tutte le conseguenze negative che ne conseguono. In sostanza - osserva - soldi continueranno a finire tutti a Roma.
”Il federalismo fiscale che ci viene prospettato da questo testo e’ puro centralismo - conclude - peggiore addirittura della situazione attuale, e produrra’ soltanto danni per la qualita’ e la quantita’ di servizi da fornire ai cittadini”.

Max Ferrari
www.frontelombardia.org

Un altro episodio da collegare alla mia teoria di un unico partito del nord.
DarkWalker
00domenica 25 gennaio 2009 19:13
e brava bresso, manda la questione alla corte costituzionale che da quando esistono le regioni si è sempre espressa in modo da mortificare le pretese degli enti locali a vantaggio dello stato.
Nella sua critica ci vedo poco nord e molto antagonismo politico. Superare il criterio della spesa storica è un buon punto, come lo è vietare i doppioni amministrativi. L'iva e l'irpef sono fra le imposte più redditizie, non è pensabile lasciare tutte le risorse alle regioni quando parte dei servizi le svolge ancora lo stato. La cosa migliore sarebbe appunto che lo stato non avesse più funzioni che possono essere delegate o che le abbia, ma per svolgerle si avvalga delle amministrazioni locali. Come per altro avviene in Germania (federalismo assai debole), dove cmq l'iva è destinata interamente al fondo perequativo. Ma per fare una cosa del genere occorrerebbe una riforma costituzionale che probabilmente, se fatta, manderebbe tutto alle ortiche. Non ci si può che muovere nei limiti della costituzione odierna.
Ace Ventura
00lunedì 26 gennaio 2009 23:49
non molto.... ma meglio di un pugno in faccia...
Arvedui
00martedì 27 gennaio 2009 00:09
L'altro giorno guardando il tg1 fecero vedere, oltre ai soliti monologhi di gasparri e cicchitto, un servizio sul federalismo che recitava: "Con il federalismo ogni ente locale potrà imporre tasse proprie, senza aumentare il carico fiscale"
E poi si dice che il tg1 non è un tg di regime. Bah
DarkWalker
00martedì 27 gennaio 2009 08:46
Re:
Arvedui, 27/01/2009 0.09:

L'altro giorno guardando il tg1 fecero vedere, oltre ai soliti monologhi di gasparri e cicchitto, un servizio sul federalismo che recitava: "Con il federalismo ogni ente locale potrà imporre tasse proprie, senza aumentare il carico fiscale"
E poi si dice che il tg1 non è un tg di regime. Bah




in quanto le nuove tasse vanno a sostituirsi a quelle statali? [SM=x751556]
Arvedui
00martedì 27 gennaio 2009 16:55
Re: Re:
DarkWalker, 27/01/2009 8.46:




in quanto le nuove tasse vanno a sostituirsi a quelle statali? [SM=x751556]



No, con la nuova legislazione viene ampliati i campi in cui gli enti locali potranno imporre tasse. Ad esempio, gli enti locali -oltre alle tasse che attualmente possono imporre- potranno creare ulteriori tributi "ad hoc" e tenersene interamente i ricavi. Le tasse statali che verranno "localizzate" (anche se come, dove e quando rimane un mistero) sono un'altra cosa.

DarkWalker
00martedì 27 gennaio 2009 17:49
Mi riferivo alla frase da te riportata "Con il federalismo ogni ente locale potrà imporre tasse proprie, senza aumentare il carico fiscale".
Questo sarà effettivamente possibile, sostituendo le tasse "proprie" dello stato a quelle "proprie" degli enti locali.
Per quanto riguarda
"No, con la nuova legislazione viene ampliati i campi in cui gli enti locali potranno imporre tasse."
Non penso sia possibile, i tributi possono essere imposti solo per legge. Gli unici che possono legiferare sono stato e regioni, e cmq nelle materie di loro competenza. Le competenze sono sancite costituzionalmente. Quindi non sarà possibile ampliare i campi di tassazione "per ente" senza prima modificare la costituzione. Anche se gli enti, domani come oggi, potranno imporre nuove tasse.
Al massimo quello che può accadere è che lo stato emetterà una nuova tassa e poi con una legge delega la attribuirà agli enti locali, ma questo appunto sarà una tassa statale delocalizzata.
Riccardo.cuordileone
00martedì 27 gennaio 2009 19:08
Il problema è che nell'ultima bozza presentata non si parla di passaggi di "consegna" dallo stato agli enti locali, ma si dice che gli enti locali potranno "liberamente" creare nuove tasse che potranno tenersi.
Ma questo non è federalismo... questo è lo strangolamento del cittadino...
DarkWalker
00martedì 27 gennaio 2009 20:00
Re:
Riccardo.cuordileone, 27/01/2009 19.08:

Il problema è che nell'ultima bozza presentata non si parla di passaggi di "consegna" dallo stato agli enti locali, ma si dice che gli enti locali potranno "liberamente" creare nuove tasse che potranno tenersi.
Ma questo non è federalismo... questo è lo strangolamento del cittadino...




?
Infatti, non è federalismo, è la norma: lo "stato" (centrale o federato) tassa.
Arvedui
00martedì 27 gennaio 2009 23:07
Re:
DarkWalker, 27/01/2009 17.49:

Mi riferivo alla frase da te riportata "Con il federalismo ogni ente locale potrà imporre tasse proprie, senza aumentare il carico fiscale".
Questo sarà effettivamente possibile, sostituendo le tasse "proprie" dello stato a quelle "proprie" degli enti locali.
Per quanto riguarda
"No, con la nuova legislazione viene ampliati i campi in cui gli enti locali potranno imporre tasse."
Non penso sia possibile, i tributi possono essere imposti solo per legge. Gli unici che possono legiferare sono stato e regioni, e cmq nelle materie di loro competenza. Le competenze sono sancite costituzionalmente. Quindi non sarà possibile ampliare i campi di tassazione "per ente" senza prima modificare la costituzione. Anche se gli enti, domani come oggi, potranno imporre nuove tasse.
Al massimo quello che può accadere è che lo stato emetterà una nuova tassa e poi con una legge delega la attribuirà agli enti locali, ma questo appunto sarà una tassa statale delocalizzata.



Non ci siamo capiti, la frase sopra riportata è una dichiarazione di tremonti che dice più o meno esplicitamente che gli enti locali potranno creare dal nulla tasse cui prima della riforma non avrebbero potuto creare, e con la nuova riforma verrà ampliata la base su cui gli enti locali potranno tassare., la costituzione non c'entra niente. Come ha giustamente sottolineato riccardo, la proposta di federalismo consente agli enti locali di creare nuove tasse: quelle vecchie cambieranno solamente il destinatario dei ricavi (dallo stato agli enti locali, regioni, province etc).
DarkWalker
00mercoledì 28 gennaio 2009 14:20
Re: Re:
Arvedui, 27/01/2009 23.07:



Non ci siamo capiti, la frase sopra riportata è una dichiarazione di tremonti che dice più o meno esplicitamente che gli enti locali potranno creare dal nulla tasse cui prima della riforma non avrebbero potuto creare, e con la nuova riforma verrà ampliata la base su cui gli enti locali potranno tassare., la costituzione non c'entra niente. Come ha giustamente sottolineato riccardo, la proposta di federalismo consente agli enti locali di creare nuove tasse: quelle vecchie cambieranno solamente il destinatario dei ricavi (dallo stato agli enti locali, regioni, province etc).




art 23: nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere posta se non in base alla legge

art 117 la potestà legislativa è esercitata dallo stato e dalle regioni nela rispetto della Costituzione [...]
Ed elenca le materie di competenza

art 119.2 i comuni, le province, le città metropolitane e ele regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la costituzione [...]


quindi, gli enti locali possono crare dal nulla tasse fin dal 2001. Questa riforma è una legge ordinaria, quindi non può cambiare la costituzione, quindi non può cambiare le aree in cui legiferare ergo tassare.

Il servizio non l'ho visto quindi non so se tremonti si sia espresso proprio così. Se l'ha fatto in questi termini sbagliava.
Arvedui
00mercoledì 28 gennaio 2009 15:13
Re: Re: Re:
DarkWalker, 28/01/2009 14.20:




art 23: nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere posta se non in base alla legge

art 117 la potestà legislativa è esercitata dallo stato e dalle regioni nela rispetto della Costituzione [...]
Ed elenca le materie di competenza

art 119.2 i comuni, le province, le città metropolitane e ele regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la costituzione [...]


quindi, gli enti locali possono crare dal nulla tasse fin dal 2001. Questa riforma è una legge ordinaria, quindi non può cambiare la costituzione, quindi non può cambiare le aree in cui legiferare ergo tassare.

Il servizio non l'ho visto quindi non so se tremonti si sia espresso proprio così. Se l'ha fatto in questi termini sbagliava.



Non si sbagliava. Il sistema di tassazione ed il rapporto fra tasse statali e locali è stabilito da leggi ordinarie che si stanno apprestando a cambiare, in modo da aumentare il potere di creare ulteriori tasse o aumentare le ex tasse statali che verranno localizzate.
DarkWalker
00mercoledì 28 gennaio 2009 20:20
ho dato una occhiata al dll e non ho visto nesusn riferimento a leggi del genere...che legge è?
Arvedui
00mercoledì 28 gennaio 2009 22:13
Non lo so di preciso come funzionino, ma sono quelle cha tremonti e soci stanno cambiando. E' anche per questo che nessuno sa quanto effettivamente ci costerà questo federalismo.
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