Le nomine della sanità sono da sempre oggetto di lottizzazioni e goichi di potere politico, con buona pace delle reali competenze delle persone. Vi ricordate di quando esplose lo scandalo all'inizio del 1995, quando la giunta regionale lombarda era presieduta dal leghista Paolo Arrigoni (poi scomparso dalla scena politica) con la partecipazione di PPI e PSI?
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Dopo la trascrizione letterale sul " Corriere " delle trattative politiche per la nomina dei manager delle Usl in Lombardia
Sanità : il ribaltone dei nuovi lottizzati
Ignorata una classifica costata 500 milioni
E adesso si attende una valanga di ricorsi
Mussolini: la Regione va commissariata
Costa: mi auguro che la grande scelta non sia diventata un grande scempio
MILANO . Nero su bianco fa sempre un certo effetto: la trascrizione letterale, sul Corriere della Sera di ieri, delle trattative politiche per la nomina dei manager della sanita' lombarda ha scatenato un putiferio nei partiti e nell' amministrazione pubblica. Si muove anche il ministro della Sanita' , Raffaele Costa: "Siamo dinnanzi a un aggiramento della legge e a fatti politicamente molto gravi. La Regione Lombardia era partita prima di altre nel prepararsi alla grande scelta che mi auguro non sia divenuta . cammin facendo . un grande scempio". Il ministro sembra credere con difficolta' che frasi come "noi vi lasciamo Magenta e ci portiamo a casa Vimercate", "voi chiudete con due ospedali, e tre usl, noi con tre ospedali e cinque usl, la Lega con un ospedale e sei usl, il Pds due piu' due", siano state davvero pronunciate venerdi' notte al trentesimo piano del grattacielo Pirelli, dove si sceglievano i futuri direttori di ospedali modello azienda e unita' socio sanitarie lombarde. Ma nelle sedi di partito e tra i gruppi consiliari non esiste il minimo dubbio sul fatto che sia andata proprio cosi' ; nonostante il cospicuo investimento di 500 milioni a una societa' specializzata, la "Russel Reynolds", che aveva preparato una graduatoria di candidati del tutto meritocratica e obbiettiva. In parte, ignorata. E adesso? Per Paolo Cadrobbi, presidente del coordinamento degli assessori regionali alla Sanita' , "una valanga di ricorsi potrebbe travolgere le regioni per le nomine dei direttori generali delle usl, dopo quanto accaduto". Dal punto di vista tecnico, ha spiegato Cadrobbi, le nomine gia fatte potrebbero infatti essere rimesse in discussione per i ricorsi dei manager esclusi. E c' e' chi, al posto di Costa, non starebbe ad aspettare i ricorsi: il ministro della Sanita' "deve immediatamente annullare tutte le nomine a direttore generale delle Usl, avvenute in Regione Lombardia . sostiene il sottosegretario alla Sanita' Giulio Conti, di Alleanza nazionale .. Tale spartizione vergognosa non e' in alcun modo piu' proponibile e tanto meno prevista dalla legge". Conti si augura che Costa "decida di avocare a se' il diritto di nomina dei direttori generali, come previsto dalle norme". Durissimi anche i suoi colleghi di partito, la parlamentare Alessandra Mussolini e il capogruppo regionale lombardo Carlo Borsani che annuncia un esposto alla magistratura: "Come vice presidente della commissione Affari sociali di Montecitorio . ha dichiarato la Mussolini ., ho chiesto con un' interrogazione il commissariamento della Regione Lombardia e l' interdizione dei personaggi citati nella telefonata dalle cariche dirigenziali nella pubblica sanita' ". Dall' altra parte della barricata, sui banchi delle sinistre, la reazione non e' molto piu' tenera: dal Pds, che per bocca del capogruppo regionale Fabio Binelli parla di "cronaca vergognosa di una lottizzazione da prima Repubblica", a Rifondazione comunista, secondo cui "ben 13 dei manager classificati nel primo gruppo (dalle qualita' eccellenti, per la societa' di consulenza) sono stati esclusi per far posto ai raccomandati di ferro"; dalla Rete ("il solito mercato delle vacche questa volta e' stato molto piu' costoso, perche' per raggiungere gli obbiettivi di sempre si sono dovuti spendere 500 milioni, elegantemente elargiti alla societa' di cacciatori di teste") ai Verdi, che chiedono le dimissioni in blocco degli assessori regionali e preannunciano una mozione di sfiducia contro la giunta "congrega di lottizzatori incompetenti, interessata piu' alla spartizione del potere che alle esigenze della gente". Il presidente della giunta lombarda, Paolo Arrigoni, e' tra i pochi che buttano acqua sul fuoco: "Se qualcuno ha critiche da fare, le faccia sulla competenza dei nominati. Non si puo' mettere in discussione l' autonomia dei membri della giunta". Pero' , anche nella maggioranza, qualche cauta presa di distanze c' e' gia' . Nel Ppi, il segretario regionale, Duilio, sconfessa i suoi e chiede spiegazioni. Arrivano dal capogruppo, Gianni Rossoni: "Noi abbiamo cercato di far capire ai partner di maggioranza che venivano prima i criteri di professionalita' , ma il risultato di queste nomine e' in larga parte accettabile".
Rosaspina Elisabetta
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(3 gennaio 1995) - Corriere della Sera