Questi studiosi ricchi.......

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Augusto.Carducci
00giovedì 16 ottobre 2008 19:56
www.repubblica.it/2008/10/sezioni/esteri/benedetto-xvi-25/papa-politica/papa-polit...

Vi parlo in qualità di dottorando di ricerca in biologia cellulare e dello sviluppo, con i miei 800 euro al mese e con prospettive di lavoro pari a 0.
Le nuove leggi parlano di 5 pensionati e 1 assunzione nelle università e qualcosa di molto simile in tutte le strutture di ricerca, considerando anche che le pensioni sono un argomento scottante e che l'economia italiana tutto può tranne che permettersi molti pensionati, il risultato è che non ci saranno più assunzioni praticamente.

Ma mettiamo il caso che uno per una grandissima coincidenza, fortuna e grazia divina arrivi ad avere il suo posto fisso, si ritrova con uno stipendio di 1300 euro al mese.

Stì ricercatori so troppo ricchi....eh si!
DarkWalker
00domenica 19 ottobre 2008 15:09
è un gatto che si morde la coda: lo stato non può permettersi nuovi pensionati, ma nel frattempo le nuove assunzioni risentono di ciò e questo prolifica i contratti di lavoro a tempo determinato, la scarsa natalità, l'invecchiamento dei lavoratori (non solo come mancanza di aggiornamento, ma pensa ad esempio -laddove ci sono- gli scatti di anzianità) e così via...
EDIT
per altro nonostante la cd legge biagi la disoccupazione sta tornando a fare capolino...
Ma tutto sommato parte della colpa la hanno anche le parti sociali che non procedono nè a a nuovi assunzioni, nè ad aumenti salariali, nè favoriscono licenziamenti etc
Augusto.Carducci
00lunedì 20 ottobre 2008 17:34
era un semplice specchietto per le allodole la diminuzione della disoccupazione, poichè un lavoratore con contratto precario per 6 mesi con 800 euto (se gli va bene) al mese, io non lo considero lavoratore, ma peggio del disoccupato...è semplicemente una nuova forma di schiavismo dove il lavoratore non ha malattie, ferie, 13sima, nulla...ma è cmq costretto ad accettare poichè senza non può stare, e perchè solo quello gli viene offerto.
oltretutto guai a chi si lamenta, poichè vuol dire che al prossimo rinnovo contratto, già che è precario di nome e pure di fatto, vorrebbe dire "a casa" sicuro, quindi tutti zitti, tutti a lavorare come schiavi, tutti senza diritti di un vero lavoratore, tutti poveri....ma l'immagine esterna è che tutti hanno lavoro e che la disoccupazione è che ne sò...4%? ok mettiamola così se piace, ma la storia è ben diversa
Bag End
00mercoledì 22 ottobre 2008 22:15
Nell'ultimo anno la mia opinione sul mercato del lavoro è cambiata, si è evoluta.
Ho lavorato per diversi anni in una grande azienda, con migliaia di dipendenti, di cui molti (me inclusa) con contratto a tempo indeterminato (nel mio caso contratto part-time 4 ore). Un posto allucinante, dove c'erano dirigenti che si permettevano di dire a chi chiedeva il un permesso per lutto (per legge spettano tre giorni l'anno): "Servono tutti e tre adesso? E se poi ne avessi ancora bisogno?". Episodi di questo genere ne ho visti un infinità. Dall'altra parte ho visto tanto lassismo (malattie, ritardi, menefreghismo) che in parte ho condiviso e adottato anch'io nell'ultimo periodo, prima di andarmene. In quell'ambiente, è il modo in cui è gestita l'azienda che fa passare la voglia di lavorare (se poi di voglia non ce n'è mai stata, figuriamoci). Il problema però è un po' ovunque. Nell'azienda dove lavora mio marito molta gente fa lo stesso: si mette in malattia e a fine anno non ha consumato nemmeno un giorno di ferie, e li non sono bastardi come erano nell'esempio mio.
La sostanza del mio discorso è che sto tempo indeterminato ha rovinato il mercato del lavoro italiano, oltre che per le ragioni di cui sopra, anche per il fatto che oggi il paese è spaccato in due anche per questo: da un lato ci sono pochi (ormai) privilegiati con quel tipo di contratto (con tutte le garanzie che ne derivano), e molti con un pezzo di carta in mano, che spesso non garantisce nemmeno l'autosufficienza economica.
Dall'altra parte ci sono le aziende (da condannare perchè non vogliono mai pagare, sicuramente) che si ritrovano sposate a vita con uno o più nullafacenti che spesso non riescono a mandar via (il licenziamento per giusta causa è una mezza utopia, difficilissimo da realizzare).
Io sono favorevole ad una completa riforma del mercato del lavoro, e tra le altre cose gradirei l'abolizione del contratto a tempo indeterminato come è inteso oggi. Nel resto del mondo civile il contratto non ha scadenza in genere, ma nel momento in cui uno dei due (azienda/lavoratore) non è più contento dell'altro, ci si saluta e arrivederci. E' chiaro che parlo di aziende che investono in know-how (che in Italia praticamente non esistono) e che prima di mandar via un lavoratore formato ci pensano bene, se devono sostituirlo con uno da formare (perchè la formazione ha un costo, che nel lungo periodo però viene ripagato, se il tipo non se ne va).
Formazione è un altra parola poco conosciuta dagli imprenditori italiani, come pure retribuzione: c'è gente che cerca persone che lavorino gratis! Con la scusa della formazione pensano: io ti insegno e tu fai il mio schiavo!
Queste mentalità devono cambiare, altrimenti non andiamo da nessuna parte.
DarkWalker
00sabato 25 ottobre 2008 11:04
sulla prima metà del tuo discorso la vedo come te, i nuovi assunti stanno da schifo perchè il datore di lavoro scarica su di loro i costi che gli derivano dalle rpecedenti assunzioni, troppo tutelate.
Sulla seconda parte no, un datore di lavoro che può licenziare con uno schiocco di dita è davvero troppo. Piuttosto renderei meno utopica la giusta causa...!
Augusto.Carducci
00lunedì 27 ottobre 2008 01:13
MERITOCRAZIA.
che non è nient'altro che usare la testa per le assunzioni.
fossero tutti lavoratori "decenti" saremmo apposto, ma badate bene, ho detto decenti, non è quindi utopia.
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