Orgoglio nazionale

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Princess of the Rose
00venerdì 12 febbraio 2010 23:54
Sono veramente in crisi...
A scuola, durante l'ora di religione, abbiamo aperto una (piuttosto accesa) discussione riguardo l'orgoglio nazionele. Ovvero: c'è da essere fieri di essere italiani?

Ora, il mio professore se ne è uscito dicendo cose come "Siamo gli eredi di uno dei più grandi imperi della storia" - "Il nostro patrimonio culturale è insuperabile" e roba simili.

Lì per lì, non ho fatto molto caso alla discussione; poi però, tornata a casa, ho iniziato a rifletterci seriamente, facendo dei pro e dei contro della nostra storia, dall'Impero Romano fino all'unità.
Sinceramente, a parte rari casi, non ho trovato nulla di cui essere orgogliosa: l'unita d'Italia non è stata voluta dal popolo (o almeno, non all'inizio), è stata un'iniziativa degli inglesi; siamo stati servi di altre nazione per talmente tanto tempo che è nato il detto "Francia o Spagna, purché se magna"; l'unità esiste solo su carta geografica; all'estero si fanno beffe di noi, specie per la politica; nei nostri confronti sono nati una marea di pregiudizi, grazie a mafia e compagnia bella.
E mi fermo qui con la lista, perché altrimenti non mi resterebbe più spazio.

Io sono sempre stata molto attaccata alla mia nazione, cerco sempre di difendere i valori tipici italiani (tant'è che tutti dicono che sono pallosa, per quanto sto sull'argomento). Però, ultimamente, il mio patriottismo inizia a vacillare: se, come dice mio fratello, tutti ci considerano i "giullari d'Europa", di cosa devo essere fiera nel mio essere italiana?

Insomma, devo essere orgogliosa del mio paese?

Vi prego, ditemi di si e datemi anche un buon motivo per credere che essere un cittadino d'Italia sia una cosa di cui andare fieri, perché io non riesco più a trovarne.
Verelia
00sabato 13 febbraio 2010 00:51
Io ho sempre pensato che questa storia del nazionalismo e degli stati vada superata. Insomma oramai siamo nell'era della comunicazione, si può arrivare dall'altro capo del globo in poche ore, fisicamente, per farlo virtualmente basta un click. Oramai dovremmo tutti considerarci cittadini del mondo. Io non sono fiera di essere italiana, sono fiera di essere me e io sono nata in italia, per caso, se fossi nata negli USA o nel Burundi sarebbe lo stesso; tranne forse per le diverse opportunità che avrei avuto. Certamente amo l'Italia, e sarei disposta a morire se servisse a proteggerla o migliorarla. Ma non perché è "l'Italia", ma semplicemente perché è il posto in cui vivo, e in cui coglio vivere il meglio possibile, io e la gente intorno, e credo che sia necessario sempre lavorare per migliorare le cose, ognuno dove e come può. Generalmente quando mi chiedono se amo l'Italia rispondo che io amo gli italiani, come tutte le persone del resto.
In ogni caso per quanto riguarda la questione da te posta più strettamente: forse prima di chiederci se c'è da essere fieri di essere italiani bisognerebbe cercare di essere motivo di fierezza per l'italia: dare prima di pretendere.
§PucchykoGirl§
00sabato 13 febbraio 2010 10:23
Io, sinceramente, sono orgogliosa di essere italiana.
Lo dico per le mie origini: greche e latine.
Lo dico perché l'Italia è stata il 'bacino' rinascimentale della cultura e sono veramente fiera di poter condividere i natali con Michelangelo, Leonardo, Donatello... [divaga.]

E' anche vero che l'Italia non è mai stata Italiana, ma il POPOLO dell'Italia ha sempre avuto quell'orgoglio intrinseco, che è poi un pregiudizio comune che si ha su di noi: ovvero 'ce la siamo sempre tirata'. XD
E' stata l'Italia la madrepatria dei più grandi poeti, infondo...

Ma al di là di questo io sono orgogliosa di essere Italiana perchè l'Italia è la MIA terra. Io sono nata qui, questa terra mi ha cresciuto, mi ha dato un'infanzia, mi ha dato ricordi, mi ha dato una storia, mi ha dato emozioni e qualunque altra cosa io potessi desiderare.

Esulando per un attimo da CHI governa l'Italia e dai presunti "Italiani", io sono orgogliosa della mia patria, perchè c'è stata gente che questa terra in passato, l'ha difesa a spada tratta.
E io, sinceramente, non sarò da meno.
L'Italia ha dei problemi?
Bhe, più che vergognarmi di essere italiana, penso dovrei vergognarmi di non stare facendo nulla! Politici di merda? Mafiosi? Separatisti ottusi? Bene, vuol dire che mi rimboccherò le maniche!
C'è anche da dire che - a detta mia - l'amore per la propria terra non lo si possa completamente 'apprendere'. Secondo me deve esserci anche un fattore intrinseco nella persona o, comunque, un'epserienza data dalla vita vissuta su suddetta terra.
E' anche per questo che non mi stupisco che l'Italia manchi quasi completamente di orgoglio patriottico.


l'unita d'Italia non è stata voluta dal popolo (o almeno, non all'inizio), è stata un'iniziativa degli inglesi; siamo stati servi di altre nazione per talmente tanto tempo che è nato il detto "Francia o Spagna, purché se magna"; l'unità esiste solo su carta geografica; all'estero si fanno beffe di noi, specie per la politica; nei nostri confronti sono nati una marea di pregiudizi, grazie a mafia e compagnia bella.


La verità è che il risorgimento è la più grande balla storica di tutti i tempi.
Cavour, Mazzini e Garibaldi - se proprio devono esser considerati eroi - sono eroi del regno sabaudo, del piemonte, del lombardo-veneto... Non certo del meridione.
La stessa 'unità' d'Italia è stata in realtà un'annessione del regno delle due sicilie al regno sabaudo, con tanto di furto dalle casse borboniche.
Io dire che più che dagli inglesi, l'unità d'Italia è stata usata dal regno sabaudo e dal lombardo-veneto per ritirarsi su dalla crisi. Gli Inglesi - o i massoni inglesi, come sostiene qualcuno XD - hanno giustamente allungato le loro mani su Cavour, che si scornava amorevolmente con Mazzini e Garibaldi. [SM=g27985]
Idiozia a parte: per quanto l'unità d'Italia non sia stata una vera "primavera del popolo" [cosa che, comunque, c'è stata sia contro i Borbone che contro i Savoia, che contro gli Austriaci...] esisteva questa 'coscenza comune', seppur vaga.
Esisteva l'idea che l'Italia fosse una terra comune per tutti.
Del resto l'Italia C'ERA, era la penisola; quello che non c'era era lo STATO italiano. In ogni caso, seppur una vera e propria conquista, il risorgimento ha riunito l'Italia e quindi credo che la stessa unità d'Italia debba essere celebrata dagli italiani come Napoleon per i Francesi XD

Sottolineando che il caro Napoleon era un conquistatore alto un metro e una cicca che sparava su donne e bambini. Olè. XDDD


In ogni caso, chi ci prende in giro, dimostra di essere il più grande ignorante del mondo: perchè la Germania ci prende in giro, quando i cittadini tedeschi per primi sono stati i veri fautori del terzo Reich? Perchè ci prendono in giro loro, che al tempo dell'Impero, il loro buon Federico fu sconfitto e umiliato dai COMUNI - co.mu.ni, ok? Non GRANDI NAZIONI XD - e ricacciato a casetta sua in Germania?
Cosa ci prendono in giro gli Austriaci che sono tornati a casa a calci nel seder dopo il 1800?
Cosa ci prendono in giro i Francesi che nonostante la cessione dei Sudeti nella seconda guerra mondiali si sono fatti invadere dai nazisti?
Cosa ci prendono in giro gli inglesi che mentre noi avevamo Dante loro avevano Bravehaert?

Forse, forse, gli unici che possono prenderci in giro sono gli scandinavi. Forse, eh.


EDIT: quoto Verelia sul punto "dovremmo sentirci tutti cittadini del mondo", questo è vero e sacrosanto, solo che penso di vederla con una sfumatura un attimo diversa...
Io dico sì al paese multiculturale, a patto che chi viene qui sappia apprezzare le mie origini e la mia terra, come io potrei imparare ad amare la sua cultura <3
Credo anche che per sentirsi cittadini del mondo non sia necessario 'perdere le proprie origini', benché non sia strettamente quello che determina chi siamo. Giusto per poter conoscere meglio quella parte del nostro essere più 'nascosta'.
Per dire: conoscendo Kant si conosce un po' più se stessi, a detta mia, in quanto Kant è - IMHO - il fautore del vero pensiero occidentale.

Tutte supposizioni, s'intende XD
KimmyTamer
00lunedì 15 febbraio 2010 00:44


Io amo l'Italia.
L'italia antica. Non quella odierna.
Ogni volta che scendo a Firenze, per un motivo o per l'altro, mi innamoro del rinascimento - galileo, leonardo: che uomini! - e ci lascio il cuore.

Ma non mi sento italiana, davvero.
Se potessi rinunciare alla mia cittadinanza per diventare cittadina europea, lo farei subito.

Sono triestina, e Trieste è entrata a far parte dell'italia più per capriccio che per altro. La storia della mia città è storia austriaca e slovena, l'italia c'entra ben poco.
Il borgo teresiano ha costrizione del periodo dell'impero austriaco, praticamente uniche nella nazione.
Trieste è un porto... a nord l'austria, a est slovenia - io posso permettermi di andare a pranzare in Croazia, addirittura, se mi va'. E l'ho fatto, parecchie volte.
Il concetto di 'Italia' mi è un po' ostico.




Esulando per un attimo da CHI governa l'Italia e dai presunti "Italiani", io sono orgogliosa della mia patria, perchè c'è stata gente che questa terra in passato, l'ha difesa a spada tratta.
E io, sinceramente, non sarò da meno.
L'Italia ha dei problemi?
Bhe, più che vergognarmi di essere italiana, penso dovrei vergognarmi di non stare facendo nulla! Politici di merda? Mafiosi? Separatisti ottusi? Bene, vuol dire che mi rimboccherò le maniche!



cito qui una canzone che non tutti apprezzano, suppongo.
"Pensare GLOBALE, agire LOCALE - non è uno slogan, ma una sfida vitale."

Sono nata qui. Dunque, se voglio migliorare il mondo, da qualche parte dovrò pur iniziare, no?
Anche se mi sento molto più europea che italiana, qui sono nata e da qui comincio! Inutile fuggire dicendo 'questo paese fa schifo' - tutti i paesi hanno problemi, chi più e chi meno. Dato che non c'è una guerra civile folle come quelle dell'africa, non intendo muovermi! Qui ci sono le persone che conosco, e per loro e per me' farò ciò che mi è in potere fare, con tutto il mio impegno.


Ma questo non significa che io mi senta particolarmente vicina agli italiani, vi dirò. Anzi, spesso noto di non avere NULLA in comune con la maggior parte di loro (a partire dalla parte riguardante il Vaticano e la Chiesa) e MOLTO DI PIU' con ragazzi svedesi, ad esempio, che ho conosciuto nei miei scambi.


E' bello essere orgogliosi della propria cultura, specialmente se è smisurata come quella italiana, e certo la preferisco a quella americana, vaga, che conta pochi secoli di storia. Ma anche loro, come gli orientali, gli africani, i sudamericani - tutti, hanno la loro porzione di storia e di usanze, alle quali è bello poter guardare con curiosità e spirito di confronto... e, perchè no? anzi!, cogliendone ed integrandone anche gli aspetti migliori. E viceversa.

Multietnico non significa Globalizzato.




Semmai su una cosa mi vorrei soffermare:
quando ci sono tragedie e iniziano, via tg, a spulciare la lista degli italiani coinvolti.
per il terremoro ad haiti, ad esempio, hanno addirittura tirato fuori gente di cittadinanza italianama che si era trasferita lì da decenni.
Ma a me cosa dovrebbe interessare?
Si aspettano forse che perchè è italiano, allora provi empatia? non ho nulla a che spartire con lui... ne' con chi chi passava ad haiti per altri motivi. mi spiace, ok, ma ci sono altre decine di migliaia di morti per cui dispiacersi.

Semmai, ho sentito una fortissima scossa quando hanno raccontato di come dei ragazzi, compagni di università, coinvolti nel terremoto di Haiti, si tenessero in contatto con sms: uno fuori, che cercava di aiutare i soccorsi, l'altro dentro, intrappolato fra le macerie, e si sono scritti fino all'ultimo. Non so come sia finita, ma non credo bene.
Sentire quella storia, di ragazzi della mia età, che studiavano come me, che usavano cellulari per sentirsi, come me, mi ha veramente fatto impressione, e hoprovato molta, molta più empatia per loro che per un italiano x morto sotto le macerie assieme a mille altri haitiani.





ReaderNotViewer
00lunedì 15 febbraio 2010 10:11
Spesso mi vergogno profondamente anch'io di essere italiana, grazie a chi ci governa attualmente e ai miei connazionali che mostrano di bersi qualsiasi panzana per rimbabimento da calcio e da veline e celebrazione della furbizia come massimo valore nazionale. Che mi vergogni o meno, comunque, resta il fatto che sono italiana, e soprattutto lo sono agli occhi di tutti gli altri. Posso solo fare del mio meglio per non far vergognare i miei connazionali di me, e amen. Detto questo, mi sento di dissentire da questa affermazione:


l'unita d'Italia non è stata voluta dal popolo (o almeno, non all'inizio), è stata un'iniziativa degli inglesi



Dal popolo delle mie parti, sicuramente l'unità d'Italia è stata voluta. Qui da noi gli inglesi non c'entravano un cavolo e per svariati decenni i fautori dell'unità d'Italia sono stati perseguitati, imprigionati e uccisi dall'occupante austriaco. Se andate a vedere i nomi e le professioni dei caduti durante il Risorgimento nel Lombardo Veneto, troverete operai, studenti, sarti, preti e contadini, troverete eredi di titoli nobiliari, figli di mercanti e di professionisti ma anche stallieri, domestici, fabbri e apprendisti. Non venitemi a dire che il Risorgimento nel Lombardo Veneto non fu lotta di popolo, perché non è vero.

A sentire Ippolito Nievo (che non era esattamente un cretino qualsiasi) i Garibaldini in Sicilia non furono nemmeno accolti con fischi e lanci di verdura. E se ci pensate bene, mille uomini armati alla bell'e meglio, sia pure con molti quattrini da spendere per corrompere i capi dell'esercito avversario (a parte che avrei dei dubbi anche su questo, perché se i Mille avevano così tanti soldi come dicono adesso, secondo voi non avrebbero speso qualcosa di più in vestiti senza buchi, invece di arrivare a Palermo praticamente in mutande?), non riescono a ottenere quel tipo di risultati - soprattutto se si considera che gli originari Mille ebbero perdite altissime (ne ritornò poco più di uno su dieci) quindi in qualche modo furono rimpiazzati dagli "invasi" che incontrarono lungo la loro strada. Un popolo che si sente invaso non dovrebbe resistere? In tutti i tempi e in tutti i luoghi, i cittadini che si sentono occupati da un esercito straniero - di quattro gatti, per di più! - non lo ricacciano forse indietro con la pura forza dei numeri? Mi spiegate come mai non accadde?

Se invece parliamo del periodo successivo, dopo che i "rivoluzionari" furono estromessi dal processo dell'unità, quando il governo sabaudo si accordò con i latifondisti e poi cominciò il brigantaggio, allora è tutto un altro discorso.
Ma confondere una cosa con l'altra, sarebbe come dire che siccome c'è stato Stalin, allora la rivoluzione russa è tutta una bufala, ed è stata un'iniziativa dei nemici stranieri dello zar, quelli che lasciarono passare il famoso treno di Lenin!
Quindi ribalterei semmai il discorso: l'unità d'Italia è stata voluta dal popolo, almeno all'inizio, intendo dire intorno alla metà dell'Ottocento.

Non sono uno storico, ma mi spezza il cuore l'idea che dopo solo centocinquant'anni, si sia giunti a disprezzare il sacrificio di tanti ragazzi, morti a diciotto o a vent'anni - quando essere feriti in battaglia significava spesso morire d'infezione tra atroci dolori - per un ideale tutto sommato rispettabile, sostanzialmente quello dell'autogoverno dei popoli, che non a caso mosse a quell'epoca anche i greci, i polacchi e altri ancora.
A questi ragazzi non si deve solo il rispetto che si deve a chiunque sia morto per un ideale anche sbagliato - come se fossero i repubblichini di Salò, per intenderci. Questi uomini stavano dalla parte giusta, non da quella sbagliata della storia.

A me francamente questo tipo di revisionismo sembra complementare alle farneticanti teorie dei leghisti, con la loro invenzione della Padania (che non è mai esistita e continua a non esistere sugli atlanti, per fortuna).

Un conto è spazzare via la retorica, ammettere che ci sono stati errori, eccessi ed ingiustizie e che non tutto fu limpido e nobile come la propaganda volle far credere. Un altro è negare del tutto l'esistenza di uno dei - pochi - momenti della storia in cui gli italiani dimostrarono di saper combattere in nome di qualcosa di diverso del tornaconto personale.

Scusate la pappardella, ma io dove mi giro trovo targhe in memoria di gente sgozzata o buttata dalla finestra o bruciata viva dagli austriaci; queste targhe si alternano a quelle che ricordano coloro che furono torturati e uccisi durante l'occupazione tedesca nella seconda guerra mondiale. Io molto semplicemente penso di poter ricordare con gratitudine gli uni e gli altri.

§yumeko§
00mercoledì 24 febbraio 2010 13:38
Quoto Reader (anche se mi vergogno di ammettere di non conoscere così bene la storia vissuta dell'unità d'Italia).

Anche io spesso mi sento in fortissimo imbarazzo per l'immagine che diamo di noi al mondo. Alcuni exploit della nostra classe dirigente (non solo politica) mi hanno fatto vergognare.
Però, non riesco a vergognarmi fino in fondo di essere italiana.
Abbiamo un paese meraviglioso che maltrattiamo e detrupiamo e roviniamo troppo spesso. Penso che solo questo dovrebbe farcelo amare ancora di più.
E' vero, siamo il paese delle Noemi e delle D'Addario, delle trans e della cocaina, ma siamo anche un paese dalle eccellenze culturali ed artistiche(che permangono tutt'ora, non abbiamo solo quelle del passato), abbiamo ricercatori e medici che impegnano tutta la propria vita e ottengono risultati nonostante stipendi da fame e pochissime sovvenzioni.
Siamo il paese della mafia e della corruzione, ma siamo anche il paese in cui è sorgono spontanei i movimenti sociali fortemente positivi come "Ammazzateci tutti".
Stiamo "solo" permettendo che il brutto dell'Italia nasconda ciò che c'è di bello, ma sono certa che ciò non significhe che il brutto sia maggiore del bello. E' solo più rumoroso e vistoso.
Che poi, se proprio stiamo a vedere, non credo che ci siano popoli con più brutture di altri. C'è solo il normale e fisiologico sali-e-scendi della cultura.: gli statunitensi, per esempio, si sono tenuti l'amministrazione Bush per 8 anni. E i cinesi? Guardate che fine ha fatto la loro millenaria ed avanzatissima cultura...
Forse anche noi dobbiamo affrancarci dalla pessima immagine che ci siamo costruiti di noi stessi. Non è un po' come se ci sabotassimo da soli facendo filtrare all'estero solo ciò che non va?
deerockt94
00mercoledì 24 febbraio 2010 22:52
Mah.
Io, per varie ragioni, non do peso alla faccenda.

Prima di tutto, devo dire che la storia e il presente del nostro paese sono, secondo me, vergognosi.
E' anche vero che non siamo certo il paese peggiore del mondo, ergo: Italia vs IlRestoDelMondo per me finisceo 0-0 palla al centro, non mi preoccupo di questo.
Il nazionalismo non mi tocca.

Per quanto riguarda la parte "morale" del sentirsi italiana, non sento un senso di appartenenza forte a questo paese. Questo credo dipenda dalla mia voglia di scoprire il mondo, di imparare più lingue straniere possibili e di studiare le culture diverse dalla mia; mi sento quindi molto più cittadina del mondo che dell'Italia.

Infine, io sono per metà pugliese e per metà molisana, ma vivo vicino Roma da più di dieci anni. Metà della mia famiglia è distribuita tra l'Europa, l'America e l'Africa, e comunque a giudicare dai tratti somatici scommetto quello che volete che almeno un ramo della mia famiglia discende da un'etnia medio-orientale. (Non mi stupirebbe, vista la storia del sud Italia e delle sue dominazioni). Pertanto, oltre alle ragioni che ho già elencato, a maggior ragione non mi sento tanto parte dell'Italia quanto più parte del mondo.
Satyrum
00giovedì 25 febbraio 2010 00:12
Io sono orgoglioso dalla storia dell'Italia, del suo retaggio, della sua letteratura (Mio avatar testimone).

La società italiana di oggi è precaria, altamente. Ma è necessario per quanto mi riguarda, che noi, nuove generazioni, teniamo vivi questi valori, dato che il futuro (se il mondo non ci scoppia in culo prima) sarà nostro e saremo noi a formare la società del futuro. Ergo è meglio tenere certi valori d'orgoglio nazionale e non perderli, poichè ci serviranno per costruire un'Italia migliore in futuro e magari per trasmetterli.
Jack8321
00giovedì 25 febbraio 2010 14:09
Vediamo di distinguere l'orgoglio per la propria nazione, che è un bene9 dal nazionalismo, che è un male.
Spesso si confondono le due cose, la prima è un sentimento forte che, nonostante le cavolate di alcuni personaggi, si basa sulla storia, sulla cultura e su molti altri fattori.
Il nazionalismo è una esasperazione dell' orgoglio che sfocia nell'intolleranza e nel razzismo.
L'esempio è il dire che la cultura italiana è il massimo in assoluto e non le altre fanno pena o non hanno diritto di esistere.
Io sono orgoglioso della cultura italiana, degli scienziati, degli atleti e della nostra storia.
Non sono affatto orgoglioso di molti politici, l'ultimo politico di cui sono orgoglioso è un certo Sandro Pertini.
§PucchykoGirl§
00giovedì 25 febbraio 2010 14:55

Il nazionalismo è una esasperazione dell' orgoglio che sfocia nell'intolleranza e nel razzismo.
L'esempio è il dire che la cultura italiana è il massimo in assoluto e non le altre fanno pena o non hanno diritto di esistere.
Io sono orgoglioso della cultura italiana, degli scienziati, degli atleti e della nostra storia.
Non sono affatto orgoglioso di molti politici, l'ultimo politico di cui sono orgoglioso è un certo Sandro Pertini.


Io ogni tanto mi ritrovo a cavolo tra amor di patria e nazionalismo XD
Ma non quel nazionalismo da dire: "Tu che vieni da XXX qui in Italia non ci devi stare!" è quel 'nazionalismo' che mi fa dire: "Bhe, gli USA sranno pur la più grande potenza mondiale, ma mentre loro ancora non c'erano, noi avevamo Dante..."
Trovo che la cultura italiana, ecco, non vorrei dire 'sia ad un livello superiore', ma in ambito letterario, io la trovo migliore rispetto alle altre europee. Senza nulla togliere ai grandi di Inghilterra, Francia, Spagna e Germania [e di tutti gli altri paesi d'Europa, s'intende] penso sia una sorta di circolo vizioso...
L'amor di patria mi viene da questo amore per la cultura, da questo mio reputarla la migliore tra tutte e, in un certo senso, questo reputarla migliore nasce dall'amor di patria XD
Per 'cultura', mi riferisco agli ambiti 'delle arti' e, sì, lo so che è un accezione piuttosto riduttiva, ma su quel punto, io reputo l'Italia "er mejo".
Tanto che, i "veri" patrimoni italiani sono un po' sparsi per tutto il mondo, ma sempre 'made in Italy' restano, ecco.
Ribadendo il concetto che questo non discrimina i grandi personaggi della letteratura, della pittura e della scultura in tutto il resto d'Europa e del mondo... [Parlo d'Europa perché - pecca mia - dell'arte d'oltreoceano so poco o niente, conosco giusto Hokusai se vogliano parlare di Giappone XD]
Goethe, Wilde, Van Gogh, El Greco e per di più, il mio preferito Garcia Lorca <3
Pur amandoli tutti, le arti italiane per me sono un gradino più su XD
Sujaku Seiryu
00giovedì 25 febbraio 2010 21:09

In ogni caso, chi ci prende in giro, dimostra di essere il più grande ignorante del mondo: perchè la Germania ci prende in giro, quando i cittadini tedeschi per primi sono stati i veri fautori del terzo Reich? Perchè ci prendono in giro loro, che al tempo dell'Impero, il loro buon Federico fu sconfitto e umiliato dai COMUNI - co.mu.ni, ok? Non GRANDI NAZIONI XD - e ricacciato a casetta sua in Germania?
Cosa ci prendono in giro gli Austriaci che sono tornati a casa a calci nel seder dopo il 1800?
Cosa ci prendono in giro i Francesi che nonostante la cessione dei Sudeti nella seconda guerra mondiali si sono fatti invadere dai nazisti?
Cosa ci prendono in giro gli inglesi che mentre noi avevamo Dante loro avevano Bravehaert?



Anche se non ti conosco di persona ma solo tramite meravigliose Fanfiction, solo per aver detto questo io ti Hamo *C*
Innalzerò una statua di bronzo per te *C*
Kaos Rising
00martedì 2 marzo 2010 20:59
Oroglgio nazionale? Per caso è una roba da mangiare?

Proprio è cosa che non mi riguarda, questa. Non sento alcun afflato mistico nel dire "sono italiano", non percepisco tutto questo essere immensamente fieri del passato (che, per carità, è ricco e quant'altro ma, come dice la parola stessa, è passato e quindi ci riguarda direttamente in minima o nulla parte) e via discorrendo.
Anzi, quando si fanno distinzioni insulse fra italiani e non-italiani (esempio banale: "terremoto in Vadavialculdistan: ottocentomila morti, di cui sei italiani"; bene, cazzo mi rappresenta un particolarismo del genere? I nostri connazionali, cioè circa lo zero virgola zero quasi periodico dei morti totali, sono più degni di attenzione per quale motivo?)... beh, diciamo solo che divento parecchio volgare.
E ora, se volete riservarmi pomodori marci e insulti coloriti, liberissimi di farlo. Mi rendo conto di avere una posizione impopolare e neanche troppo ben spiegata, ma è così e ciò non mi cruccia.

E comunque, tanto per concludere: il vero problema dell'Italia, attualmente, non è la carenza o presunta tale di orgoglio nazionale. Il nostro difetto maggiore è la quasi totale assenza di coscienza civile, e quella sì che cambia la vita da così a cosà.
Reiko_Artemis
00mercoledì 3 marzo 2010 23:08
Devo dire di essere d'accordo con Kaos.
Non sono fiera di essere Italiana perché io mi sento cittadina del mondo. Provo attrazione per la Grecia Antica come per il Giappone antico e odierno. Mi piace l'Inghilterra, la Francia, mi piace Cuba e la Scandinavia, mi piace l'Olanda ma anche la Russia.
L'Italia mi piace di meno, eppure ci vivo. Cioè, se fossi Olandese non credo che proverei tanta ammirazione per l'Italia, non fosse il desiderio di andare a vedere tutta la cultura... passata. Perché è cultura passata. Colosseo? Leonardo da Vinci? Machiavelli? Di quanta arte contemporanea possiamo vantarci oggi, rispetto alle altre nazioni? Ai posteri l'ardua sentenza.
Devo dire che neppure io mi sconvolgo quando sento "fra cento milioni di morti, tre italiani". Immagino soltanto che faccia comodo per chi ha parenti del luogo, puoi cominciare a preoccuparti... ma dubito francamente che si annunci per questo. Una vita è una vita, poco mi importa se quello che è morto è italiano o meno.
Verelia
00venerdì 5 marzo 2010 21:37

KimmyTamer, 15/02/2010 0.44:


E' bello essere orgogliosi della propria cultura, specialmente se è smisurata come quella italiana, e certo la preferisco a quella americana, vaga, che conta pochi secoli di storia. Ma anche loro, come gli orientali, gli africani, i sudamericani - tutti, hanno la loro porzione di storia e di usanze, alle quali è bello poter guardare con curiosità e spirito di confronto... e, perchè no? anzi!, cogliendone ed integrandone anche gli aspetti migliori. E viceversa.
Multietnico non significa Globalizzato.


Sono perfettamente d'accordo, specialmente sull'ultima frase.

§PucchykoGirl§, 13/02/2010 10.23:


quoto Verelia sul punto "dovremmo sentirci tutti cittadini del mondo", questo è vero e sacrosanto, solo che penso di vederla con una sfumatura un attimo diversa...
Io dico sì al paese multiculturale, a patto che chi viene qui sappia apprezzare le mie origini e la mia terra, come io potrei imparare ad amare la sua cultura <3
Credo anche che per sentirsi cittadini del mondo non sia necessario 'perdere le proprie origini', benché non sia strettamente quello che determina chi siamo. Giusto per poter conoscere meglio quella parte del nostro essere più 'nascosta'.


Ma anche io. Non ho mai detto che uno non debba conoscere le proprie origini, anzi lo ritengo importantissimo, le proprie e quelle di quanti altri si incontrano, e rispettarle tutte. Assolutamente.
Sebbene concordi con quanto segue:
Kaos Rising, 02/03/2010 20.59:


non percepisco tutto questo essere immensamente fieri del passato (che, per carità, è ricco e quant'altro ma, come dice la parola stessa, è passato e quindi ci riguarda direttamente in minima o nulla parte) e via discorrendo.


per quanto riguarda la fierezza almeno.
E' mia convinzione che non bisogna cullarsi sugli allori perché siamo connazionali di grandi e antichi splendori, perché sono stati loro a essere magnifici, non noi. Il che non vuol dire non conoscerli, anzi, studiarli a fondo in quanto hanno contribuito a formarci così come siamo, emularli per i pregi e studiarne gli errori per non ripeterli. Questo assolutamente indispensabile, ma esserne orgogliosi è assurdo. Semmai dovrebbero essere loro a dover essere orgogliosi di noi, se potessero vederci e noi lo meritassimo, visto che siamo loro eredi... ma noi, venuti dopo, non abbiamo il diritto di essere orgogliosi di nessuno di loro in quanto non abbiamo contribuito affatto alla loro gloria.

Kaos Rising, 02/03/2010 20.59:


Anzi, quando si fanno distinzioni insulse fra italiani e non-italiani (esempio banale: "terremoto in Vadavialculdistan: ottocentomila morti, di cui sei italiani"; bene, cazzo mi rappresenta un particolarismo del genere? I nostri connazionali, cioè circa lo zero virgola zero quasi periodico dei morti totali, sono più degni di attenzione per quale motivo?)... beh, diciamo solo che divento parecchio volgare.


Anche su questo punto concordo. e pure su:
Kaos Rising, 02/03/2010 20.59:


il vero problema dell'Italia, attualmente, non è la carenza o presunta tale di orgoglio nazionale. Il nostro difetto maggiore è la quasi totale assenza di coscienza civile, e quella sì che cambia la vita da così a cosà.


Proprio vero. Per questo avevo scritto di "amare gli italiani e non l'italia". Perché è questo anche secondo me ciò di cui c'è bisogno.
Conoscere la storia (italiana e non), conoscerla non amarla. Amare invece le persone, e fare del nostro meglio per fargli, e farci, avere la vita migliore possibile. Amare tutte le persone, e lottare per tutte indistintamente dalla nazionalità. Ovviamente lottare dove si è e si può, io vivo in Italia, precisamente a Roma, e pertanto è per gli abitanti di questa città che avrò più possibilità di riuscire a lavorare in positivo. Ma non perché "semo mejo noi", ma perché io casualmente nacqui qui, e qui posso agire.
KimmyTamer, 15/02/2010 0.44:


"Pensare GLOBALE, agire LOCALE - non è uno slogan, ma una sfida vitale."
Sono nata qui. Dunque, se voglio migliorare il mondo, da qualche parte dovrò pur iniziare, no?
Anche se mi sento molto più europea che italiana, qui sono nata e da qui comincio! Inutile fuggire dicendo 'questo paese fa schifo' - tutti i paesi hanno problemi, chi più e chi meno. Dato che non c'è una guerra civile folle come quelle dell'africa, non intendo muovermi! Qui ci sono le persone che conosco, e per loro e per me' farò ciò che mi è in potere fare, con tutto il mio impegno.


Infatti, anche se guardare all'Europa è ancora restrittivo, il concetto è questo per me.
§yumeko§
00mercoledì 17 marzo 2010 00:01
No, scusate.
Su una cosa non sono d'accordo: se i giornalisti, riportando una tragedia, esplicitano in numero degli italiani coinvolti, non è per chissà quale fisima di supremazia sugli altri.
E' "semplicemente" una replica in grande scala di un meccanismo cui partecipiamo tutti noi ogni giorno: ci interessa di più il fatto di cronaca che riguarda il nostro paesello rispetto al fatto di cronaca che avviene dall'altra parte del mondo.

Faccio un esempio concreto.
Nel mio paese della Lombardia tre ragazzi sono quasi morti per l'esplosione di una molotov che si erano fabbricati da soli.
Probabilmente chi vive in Sicilia e ha saputo del fatto (ammesso e non concesso che si sia saputo), se n'è dispiaciuto, ma è rimasto meno colpito e scioccato di chi vive nella mia zona.
Questo perchè i siciliani reputano i lombardi inferiori? Più banalmente, forse, si sentono toccati emotivamente ma fino a un certo punto perchè della Lombardia hanno un'esperienza teorica, non materiale.
Sfido chiunque a dire che se avvenisse un omicidio nel proprio paese, avrebbe la stessa identica reazione rispetto ad un omicidio avvenuto dall'altra parte d'Italia...
Ognuno è semplicemente più interessato e coinvolto dalle notizie riguardanti il proprio "cortile", sia esso il Paese, la Provincia, la Regione o lo Stato di appartenza.
Fermo restando il dovuto rispetto davanti alle tragedie (e al dolore che esse comportano), ovunque esse avvengano, non si tratta di stilare una classifica d'importanza delle vittime, ma di dare le informazioni che interessano e coinvolgono maggiormente i destinatari della notizia.
Kaos Rising
00martedì 23 marzo 2010 23:29

Sfido chiunque a dire che se avvenisse un omicidio nel proprio paese, avrebbe la stessa identica reazione rispetto ad un omicidio avvenuto dall'altra parte d'Italia...



Sfida persa.
Non che viva nel Far West e ci sia un omicidio al giorno, ma ogni tanto qualcosa di spiacevole capita anche qui. Ebbene, la mia reazione è sempre la stessa.
È anche vero che questo tipo di cosa non mi hai mai fortunatamente toccato da vicino, ma a quel punto non me ne fregherebbe niente della nazionalità della vittima.
Niente di personale, Yumeko. Capisco il tuo ragionamento e lo trovo anche sensato, ma la fatina cattiva mi porta a pensare che non sia quello il motivo per cui viene messa in risalto la dipartita di qualche nostro connazionale nei grandi cataclismi.
Peraltro, giusto per mettere i puntini sulle i: il mio discorso era su scala "strage", non tanto su scala "omicidio, massimo duplice omicidio". Dove la costernazione e il lutto sono centuplicati e, secondo il mio personale metro di giudizio, non dovrebbero essere limitati da fattori insensati di fronte alla morte. Ma la chiudo qui che poi il discorso scade nel pseudo-filosofico.
ST: Hysteria - Muse.
Trevor-CH
00giovedì 25 marzo 2010 22:23
Io ritengo una cosa positiva sia l'orgoglio nazionale sia il patriottismo. Quando, naturalmente, non degenerano, per vari motivi, in sentimenti nazionalistici in stile "über alles".
Del resto, l'orgoglio nazionale non dovrebbe sfociare in denigrazione o odio degli Stati "altrui"; piuttosto dovrebbe essere amore verso il proprio Paese, il suo passato e il suo presente, e una volontà di rimboccarsi seriamente le maniche, come diceva qualcuno, per costruirne il futuro.

Parlando in generale, sull'essere o meno orgogliosi della propria Nazione, visto il suo passato o presente, ho una semplice opinione: prima di tutto non trovo giusto nascondere le parti negative, esaltando oltre misura quelle positive. L'assenza di autocritica e di confronto con gli errori della Storia (ma anche di quelli recenti) impedisce la naturale evoluzione e crescita di un popolo, proprio come lo impedisce ad una persona. E può anche dare una brutta "sveglia" se un giorno, tutti superbi e vanitosi, si va a sbattere con forza contro la "negatività" fino ad allora tenuta nascosta o ignorata. [SM=g27990]
Ma soprattutto è sbagliato coprire quanto c'è di positivo con gli aspetti negativi, poiché questo crea alla lunga un senso di colpa e inferiorità collettivo che rende la comunità nazionale vulnerabile a forze politiche interne ed esterne (che questi sentimenti a volte li diffondono ad arte). In pratica, può generare nella popolazione uno spirito antinazionale, oltre a pessimismo e rassegnazione; può capitare che, in contrapposizione ad esso, cresca anche un sentimento fortemente nazionalista, o peggio.
Come una persona, una popolazione reagisce alle umiliazioni abbassando la testa con vergogna oppure alzandola con rabbia.

Infine, come già detto da altri, spesso le Nazioni che denigrano e offendono altri Paesi hanno scheletri nell'armadio da riempirci un cimitero.
PetaloDiCiliegio
00lunedì 19 aprile 2010 21:03
io sono fiera di essere italiana per un semplice motivo, per quanto disuniti e diversi siamo da regione a regione quando si tratta di rimboccarsi le mani per questioni serie la coscienza collettiva si sveglia di colpo, e gli italiani si uniscono!

l'italia è sempre la prima a mandare aiuti umanitari dove ce ne è bisogno

l'italia è sempre in pirma linea per combattere i diritti dell'individuo, specialmente dei bambini

l'italia è la madre di fondazioni benefiche conosciute a livello mondiale


l'italia è quello che è, possono esserci stati disastri nel passato, errori rirpovevole da parte del popolo italiano ma alal fien l'italia siamo noi,e bisogna essere fieri della propria nazione, anche solo per i tre punti che ho elencato!
§yumeko§
00lunedì 26 aprile 2010 18:32
Re:
Kaos Rising, 23/03/2010 23.29:


Sfido chiunque a dire che se avvenisse un omicidio nel proprio paese, avrebbe la stessa identica reazione rispetto ad un omicidio avvenuto dall'altra parte d'Italia...



Sfida persa.
Non che viva nel Far West e ci sia un omicidio al giorno, ma ogni tanto qualcosa di spiacevole capita anche qui. Ebbene, la mia reazione è sempre la stessa.
È anche vero che questo tipo di cosa non mi hai mai fortunatamente toccato da vicino, ma a quel punto non me ne fregherebbe niente della nazionalità della vittima.
Niente di personale, Yumeko. Capisco il tuo ragionamento e lo trovo anche sensato, ma la fatina cattiva mi porta a pensare che non sia quello il motivo per cui viene messa in risalto la dipartita di qualche nostro connazionale nei grandi cataclismi.
Peraltro, giusto per mettere i puntini sulle i: il mio discorso era su scala "strage", non tanto su scala "omicidio, massimo duplice omicidio". Dove la costernazione e il lutto sono centuplicati e, secondo il mio personale metro di giudizio, non dovrebbero essere limitati da fattori insensati di fronte alla morte. Ma la chiudo qui che poi il discorso scade nel pseudo-filosofico.
ST: Hysteria - Muse.




Perdona se estremizzo il tuo ragionamento, ma in questo modo non hanno senso le edizioni locali dei giornali, ma si dovrebbero riportare indiscriminatamente le notizie di qualunque parte del mondo.
Non so... rimango della mia idea. Anche perchè, per esempio, sono rimasta molto più colpita da una quasi sparatoria nella piazza del mio paese rispetto ad un analogo fatto avvenuto a 50 km di distanza.
Esattamente come mi ha colpito molto di più il figlio di un'amica di mia zia che ha ammazzato la madre per motivi di droga. O come mi ha colpito molto di più l'amico di mia cugina che è morto per un incidente stradale in moto.
Si tratta di persone che non conosco e si tratta di avvenimenti che, purtroppo, avvengono ogni giorno nel mondo.
Però questi mi hanno colpito più degli altri...
Ripeto: questo non vuol dire che un morto valga di più di un altro. E' solo differente l'impatto relativo (perdonami se utilizzo in modo errato la terminologia) che un determianto fatto di cronaca ha su di me. Più è a me vicino più è facile che coinvolga me o persone e luoghi che conosco...
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