Io invece non sono molto d'accordo con il "sottoporre" il proprio figlio a tutta la serie di sacramenti in tenera età.
Io sono stata battezzata, come molti qui, praticamente appena nata, quindi dubito che fossi consapevole. Ho fatto la comunione a 8 anni, e ricordo comunque che della comunione in sè non è che mi importasse molto: ricordo che ero contenta perchè avrei potuto fare la comunione come facevano i grandi, ed ero contenta perchè ci sarebbe stata una festa a casa, e non ero contenta per niente perchè da noi i bambini della comunione li fanno vestire con delle tuniche bianche che mi facevano schifo... a parte questo, non ricordo assolutamente di aver avuto coscienza di ciò che stavo per fare. Idem per quanto riguarda la prima confessione, prima della prima comunione... ho inventato un paio di frasette del tipo "Eh... ho risposto male alla mamma... ho litigato con mio fratello", ho detto i 3 Ave Maria in modo meccanico e me ne sono andata a giocare fuori dalla chiesa, senza che dentro di me fosse cambiato nulla.
Infine, la cresima: ennesima cosa che non mi ha interessato. Pensavo solo "Bene, faccio questa e poi a catechismo posso anche non andare, così il sabato pomeriggio invece che venir qui posso andare a giocare a pallavolo". E' stata una formalità, insomma, nulla più...
Questo perchè? Non perchè i miei non siano religiosi, anzi, ma semplicemente perchè è normale che molti bambini vedano una cosa del genere come un'imposizione bella e buona!
Quanti bambini odiano andare a scuola? Tanti, ed è perchè la vedono come un'imposizione... poi magari crescendo cambiano idea, ma l'impatto iniziale è traumatico. E così, la stessa cosa succede per i bambini obbligati ad andare in oratorio e a fare tutte queste cerimonie dai genitori e dalla comunità in cui si vive (non so voi, ma nei paesini se non vai a messa una domenica sparlano tutti di te e si chiedono come mai...).
Il bambino secondo me non si può render conto di ciò che gli sta succedendo, o almeno, io non me ne sono resa conto, anche se ero una bambina sveglia! Quindi, in fondo, anche se è una cosa fatta per il bene del bambino, la ritengo un'imposizione bella e buona, che può portare anche all'allontanamento del bambino dalla Chiesa.
Qual è la soluzione? Semplice: educare il proprio figlio alla religione che i genitori seguono è legittimo... è anche un modo per far capire al bambino quali sono i valori che si ritengono fondamentali. Anche il frequentare l'oratorio può essere un bel modo per contribuire all'educazione del bambino, anche perchè è pur sempre un luogo di socializzazione, e l'aspetto ludico può far avvicinare il bambino all'ambiente della parrocchia, no?
Però ecco, trovo meglio educare ad una certa mentalità senza far battezzare, confessare etc, perchè vuol dire lasciare ampi margini di scelta: il bambino crescerà, diventerà un adolescente o un adulto consapevole, e potrà scegliere di essere areligioso, di scegliere una religione che non è quella dei genitori, oppure di accedere a tutti i sacramenti con gioia e soprattutto rispetto per la religione che sceglierà (che seguirà per sempre, magari, e che non abbandonerà lungo la via com'è successo a me) e per se stesso.
Come al solito post chilometrico, chiedo venia!