IL Senso Dell'Arte..

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Hosmantus
00giovedì 20 aprile 2006 13:25
In senso generale Arte significa l’insieme degli artifici o procedimenti che fanno raggiungere un certo scopo; così, ad esempio, l’arte medica distinta dalla scienza medica, come applicazione pratica della teoria. In senso estetico l’arte è, da parte dell’uomo, la produzione di opere belle. La definizione del bello in generale e del bello d’arte è propria dell’Estetica.
L’Arte è innanzi tutto la rappresentazione della realtà esteriore delle cose appartenenti al mondo minerale, vegetale, animale e umano, trasfigurata in Bellezza dal genio dell’artista; ma è anche la rappresentazione della realtà interiore che si trova nella realtà esteriore.
Quando si stabilisce una comunione fra l’artista e lo spettatore, è Arte perfetta, perché fra i due sussiste uno stesso modo di vedere, capire, sentire e intuire la realtà.
Soffermandoci sulla pittura e sul disegno, gli artisti si possono classificare in tre categorie:

a) Artista materiale o della Terra

b) Artista spirituale o del Cielo

c) Artista della via di mezzo tra Cielo e Terra

Da quanto sopra detto, l’Arte è una delle attività umane che scaturisce da una emozione estetica provocata dall’attenzione su un particolare della natura: emozione estetica che nell’impeto della sua passione creativa si traduce in un opera pittorica o scultorea utilizzando le risorse della tecnica, della fantasia e del pensiero, ma esaurendosi nel capolavoro stesso.
L’Arte può essere vissuta da chiunque ne abbia l’attitudine. E un bisogno connaturato di produttività e di imitazione, mosso dall’amore che la multiforme natura produce sulla coscienza impressionabile dell’artista. L'uomo ha contemplato sempre con gioia il cielo, il mare, le montagne, gli alberi, i fiori, gli animali. Il senso estetico è posseduto sia dagli uomini primitivi che da quelli progrediti. Esso sopravvive alla stessa intelligenza: infatti possono compiere opere d’arte anche gli idioti e i pazzi.
L’emozione estetica fatta temporanea passione si esaurisce soltanto quando l’operatore è riuscito a dare al suo lavoro tutto se stesso, immedesimandosi con gioia estetica alla sua opera. Quando l’immedesimazione non è totale per difetto di capacità tecniche o per mancata risposta esecutiva del proprio corpo, allora il travaglio può durare mesi e anni, fino a quando la carica esplosiva sarà esaurita nel capolavoro conclusivo o resterà sepolta nell' inconscio per sopravvenute nuove impressioni ed emozioni estetiche.
L’attività estetica si manifesta nella contemplazione e nella creazione della bellezza; essa è completamente disinteressata perché nella gioia, nel godimento artistico la coscienza quasi si libera di se stessa e si trasferisce in un altro essere dal quale si lascia assorbire.
Nel momento in cui l’artista mette mano al pennello ed ai colori della sua tavolozza, la sua coscienza sperimenta l’amplesso con la natura che egli osserva fuori di sé e dentro di sé e proietta sulla tela. Ma poiché tale processo psico-fisico avviene nell’uomo primitivo e nell’uomo civile, nel savio e nel pazzo, nel santo e nell’ateo, con incalcolabile influenza emotiva su chi vede la creazione di queste opere d’arte e su chi le produce, 11- no a dirigerne i processi dell’evoluzione spirituale personale, e evidente che 1 Arte e la produzione delle sue o- pere devono essere utilizzate per fini di salita e di perfezione interiore, e non di caduta, di rovina e di morte spirituale.
Se l’attività estetica rimane allo stato virtuale e potenziale nella maggior parte degli uomini a causa della civiltà industriale e tecnologica che toglie la libertà creativa ad ogni singolo operaio e lavoratore intellettuale, è compito degli Artisti che seguono la via ascetica il proporre alla società nuovi modi di vita, ove il necessario sfruttamento dell’uomo sull’uomo da parte del singolo imprenditore o dello Stato imprenditore, non tolga all’individuo la gioia estetica.
Riecheggiando la filosofia greca, Seneca (Ep. 65,3) dice che omnis ars est imitatio naturae. Dante sostiene che l’artista è a Dio quasi nepote (Inf 11, 105), perché Dio è il creatore di tutte le cose visibili e invisibili, quindi si considera come il padre delle creature. L’artista è il riproduttore delle creature. Dobbiamo però intendere con intelligenza queste parole: copia o imitazione della natura. L’opera d’arte non è una riproduzione realistica o materiale delle cose: questa è il prodotto del calco e della fotografia. L’opera d’arte è una interpretazione della natura, più esattamente è la rappresentazione della visione soggettiva che l’artista si è formata nella sua coscienza contemplando il vero. In altre parole l’opera d’arte scaturisce dall'incontro soggettivo del pensiero e della fantasia dell’artista con uno o più elementi oggettivi.
Michelangelo ha scritto: «Si dipinge col cervello et con le mani». Questo concetto è pure espresso da Leonardo da Vinci: «La pittura è prima nella mente del suo speculatore, e non può pervenire alla sua perfezione senza la manuale operazione».
L’artista rievoca in se stesso un sentimento già provato guardando una scena del mondo che lo circonda e che lo ha fortemente impressionato per i suoi colori e la sua forma.
L’arte è una via al bello? o una via al brutto? Dipende dalla sensibilità dell’artista che può essere ricettivo in prevalenza al bello oppure al brutto. L’artista asceta può essere ricettivo soltanto al bello, perché ha capito quale itinerario deve seguire per essere veramente Uomo. Infatti la scelta spontanea dei colori e dei soggetti deve essere tutta improntata al bello e al bene. Se 1 opera d’arte non risponde alla rivelazione di una realtà superiore, se 1 artista non cerca di penetrare la realtà interiore delle cose per risalire agli attributi di Dio, allora e- gli è un artista del brutto e del cattivo.
L’Arte è alta e perfetta in senso superlativo quando non soltanto appaga i bisogni fisici del senso estetico, le leggi della bellezza formale, la fedele rappresentazione della realtà esteriore e della vita, le esigenze emotive dell'umanità, ma esprime la verità spirituale interiore, la realtà non apparente delle cose, la realtà più profonda, la gioia di Dio Creatore espressa nel mondo, la sua bellezza e il suo fascino attrattivo, e la manifestazione della forza e dell’energia divina nella creazione del mondo fenomenico.

L'Artista deve vedere la bellezza di Dio nel mondo intero, nella vita, nell'uomo amando ciò che ha visto e provare in questo amore ed i questa bellezza una beatitudine pura che eleva a Dio. La bellezza come la Verità, la bontà la conoscenza, la potenza, sono attributi di Dio e l'uomo può cercare e scoprire la divinità nel Bello.

*Estratto da "L'Icona, i colori e l'ascesi artistica di T. Palamidessi - Ed. Arkeios
[SM=x131456]


::Red::
00giovedì 20 aprile 2006 14:20
Molto bello questo Post :-D
L'arte e la verita nello stato piu puro e divino.

Solo chi arriva a vedere questa verita capisce l'intenzione dell'artista nella sua opera. Che ne pensi Hosmanthus?



Hosmantus
00giovedì 20 aprile 2006 15:38
..Penso che la bellezza e l'arte , viste come "bene", siano
insieme all'armonia,il patrimonio più alto del genere umano.
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