Bond, James Bond.
Notevole, davvero. Ne ho letti quattro nel giro di un annetto, praticamente tutti quelli che ho trovato in inglese presso una delle mie librerie abituali: credo di poter dire che mi piaccia
Fleming scriveva davvero bene e in generale sia il personaggio che lo stile narrativo che le trame sono molto (a tratti moltissimo) diversi da quelli del Bond cinematografico.
Di tutti i Bond filmici che ho visto (diciamo circa l'80%), solo un paio si possono considerare "abbastanza" fedeli al Bond cartaceo: uno e' il recente
Casino Royale con Daniel Craig, l'altro il semidimenticato
Al servizio segreto di Sua Maesta' con George Lazenby.
Letture:
Casino royale (1953) e' il primissimo Bond: la narrazione e' ancora acerba, alcuni risvolti della trama davvero risibili, e pero' contiene alcune scene magistrali (l'apertura in spiaggia; la disfida a poker, pardon, a Chemin de Fer contro Le Chiffre; la terribile scena della tortura) riprese giustamente pari pari nel film. Il romanzo poi e' molto sbilanciato: la seconda parte e' prevalentemente sentimentale (anche se venata di tensione: siamo pur sempre in una spy story). Se
Vesper Lynd e' forse un filo piu' riuscita, piu' definita su pellicola, emerge pero' con veemenza il lato disperato e vulnerabile del Bond cartaceo, del tutto assente nei vari Bond di celluloide - ci si avvicinavano un po' Timothy Dalton e soprattutto Daniel Craig, ma neanche lui raggiunge lontanamente i livelli di passione e rabbia che ci sono qui. Il finale e' anche piu' duro di quello del film.
Thunderball (1961) rappresenta il primo scontro tra Bond ed
Ernst Stavro Blofeld, l'arcinemico dietro le quinte. Del film -e del successivo remake non ufficiale, Mai dire Mai- conserva l'ambientazione esotica e grossomodo la trama, ma le scene d'azione sono assai meno numerose e nettamente piu' realistiche; c'e' il glamour, persino smaccato, ma assai meno il
kitsch; l'ironia e' solo lieve, non ammiccante; e molto piu' spazio ha la componente
spy vera e propria, con tecniche di appostamento e spionaggio e lavoro d'intelligence descritte in modo decisamente verista, anche a costo di risultare un po' noiose. James si prende un'altra bella sbandata, stavolta per
Dominetta "Domino" Vitali, anche se non ai livelli del successivo romanzo. Il rivale sul campo devo dire pero' di averlo preferito nella versione film: sia Adolfo Celi che Klaus Maria Brandauer sono due attori eccezionali, mentre l'
Emilio Largo cartaceo e' decisamente piu' sbiadito anche rispetto al burattinaio Blofeld.
(continua...)
Sash