Carri e cacciacarri in Cecenia

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Pierantonio
00mercoledì 23 giugno 2004 19:09
La vulnerabilità dei carri di produzione russa nei combattimenti urbani: l'esperienza cecena.
di Mr. Lester W. Grau del Foreign Military Studies Office di Fort Leavenworth, apparso su Red Thrust Star numero di gennaio 1997

Nel mese di dicembre del 1994, l'esercito russo penetrò nella Repubblica separatista della Cecenia cercando di conquistare la capitale Grozny durante l'avanzata. Dopo che questo tentativo fallì, l'esercito russo trascorse ben due mesi in un combattimento casa per casa prima di catturare la città. La forza russa, costituita da coscritti demotivati, fu completamente surclassata dalla più matura e specializzata forza cecena con il risultato che la guerra continua tuttora (l'autore si riferisce al 1997 ma la realtà è ancor più tragica! NdT). Durante il primo mese di guerra le forze russe persero 225 veicoli corazzati, tutti considerati come veicoli persi e non riparabili. Essi rappresentavano il 10,23% dei veicoli corazzati inizialmente impiegati nella campagna. Durante il primo mese di guerra i Russi trasportarono dal fronte alcuni di questi 225 veicoli al poligono sperimentale di Kubinka per esaminarli. Il Tenente generale A. Galkin, comandante dell'Ispettorato dell'Arma Corazzata, tenne una conferenza sui risultati in 20 febbraio 1995 alla quale partecipò anche il Ministro della Difesa. Il risultato di tale conferenza convinse il Ministro della Difesa a bloccare immediatamente l'acquisizione di carri armati propulsi da turbine a gas, inoltre l'analisi fatta mise in luce le tattiche anticarro adottate dai Ceceni ed i principali punti deboli dei veicoli corazzatai russi nell'impiego nel combattimento urbano.

Le tattiche anticarro impiegate dai Ceceni.

Le forze cecene sono equipaggiate con armi di produzione sovietica e molti combattaneti ceceni hanno prestato servizio nell'Armata Rossa. L'unità di combattimento di più basso livello impiegata dai Ceceni è formata di un numero di elementi variabile da 15 a 20 persone suddivise in cellule combattenti di tre o quattro uomini. Queste cellule sono formate da un operatore dei missili controcarro (solitamente armato con lanciarazzi spalleggiabili RPG-7 o RPG-18), un mitragliere ed un tiratore scelto. Altro personale viene utilizzato per il trasporto delle munizioni e come aiuto ai tiratori. L'unità di combattimento cecena utilizza queste cellule come team per la caccia e la distruzione dei carri armati. Il tiratore scelto ed il mitragliere hanno il compito di contrastare la fanteria che supporta i carri armati mentre l'operatore dei lanciarazzi può ingaggiare i veicoli corazzati. Questi team operano dagli edifici dagli scantinati, dal piano terra, dal secondo e dal terzo piano; oltre a ciò normalmente cinque o sei team operano nello stesso momento attaccando un solo veicolo. I tiri letali sono generalmente fatti contro la parte superiore, posteriore e laterale dei veicoli ed ad essi i ceceni accompagnano il lancio ordigni incendiari sulla zona superiore. I team ceceni cercano anche di intrappolare una colonna di veicoli nelle strette strade della città dove la distruzione del primo e dell'ultimo veicolo può intrappolare l'intera colonna e permettere la sua totale distruzione.

L'elevazione e la depressione dei cannoni dei carri russi è insufficiente per contrastare i team cacciacarri operanti dagli scantinati, dal secondo e dal terzo piano, inoltre l'attacco simultaneo da più posizioni annulla la possibilità di usare con efficacia le mitragliatrici di bordo. Per questo motivo i Russi aggregarono alle colonne i semoventi antiaerei ZSU 23-4 ed i sistemi antiaerei autocarrati ZSU 2S6 in modo da garantire la difesa delle colonne corazzate contro gli attacchi di questi team altrimenti assai difficili da contrastare.

Le perdite iniziali dei Russi furono dovute ad una combinazione di tattiche inappropriate, alla sottostima delle forze avversarie ea alla mancanza di preparazione al combattimento. I Russi si mossero all'interno di Grozny senza averla prima circondata e resa irragiungibile dall'esterno da parte dei rinforzi ceceni, avendo tra l'altro essi preventivato di conquistarla durante l'avanzata con truppe appiedate. A causa della carenza di soldati, le colonne russe erano formate da unità miste e molti dei veicoli trasporto truppa procedevano con pochi o nessun fante a bordo. Proprio queste prime colonne vennero letteralmente decimate.

Non appena i Russi riuscirono a riorganizzarsi, aumentarono la fanteria presente e passarono ad un'avanzata sistematica all'interno della città combattendo casa per casa e quartiere per quartiere (si aggiunga il fatto che nell'avanzata vennero impiegati direttamente i semoventi d'artiglieria con la stessa tattica che era stata utilizzata durante la seconda guerra mondiale avente il fine di distruggere qualsiasi edificio all'interno del quale si pensasse essere presente il nemico, NdT). Le perdite dei veicoli corazzati russi parimenti diminuirono con il cambiamento della tattica d'impiego: la fanteria russa muoveva davanti ai veicoli da combattimento corazzati che agivano in funzione di supporto alla stessa o come riserva. A questo si aggiunse il fatto che alcuni veicoli furono dotati di una pesante rete metallica montata a circa 20 o 30 centimetri davanti alla corazza per evitare la detonazione delle cariche cave controcarro e per proteggere il veicolo delle bottiglie Molotov o dalle cariche esploisive lanciate a mano. I russi cominciarono inoltre a tendere prima delle imboscate sulle strade di arrivo verso un'area preselezionata e poi a farci entrare i veicoli con la funzione di distruggere i team anticarro ceceni.

La vulnerabilità dei veicoli corazzati russi

Missili anticarro spalleggiabili e granate controcarro distrussero la massa dei veicoli corazzati e cisacun veicoli ricevette da tre a sei colpi letali, i serbatoi ed i motori sono i punti preferiti dai ceceni per colpire. L'illustrazione di seguito presenta un'area grigia che indica dove il 90% dei colpi letali è stato sparato.




Il BMD-1 è un veicolo trasporto truppa assegnato alle truppe aerotrasportate e per questo è scarsamente corazzato. E' vulnerabile dal fuoco proveniente dal fronte, retro, fianco e dall'alto. La parte frontale della torretta è rinforzata e per questo non altrettanto vulnerabile ma la parte posteriore lo è.



Il veicolo da combattimento per la fanteria BMP-2 è maggiormente corazzato ma la zona superiorte è debole, i serbatoi del carburante sono sulle porte posteriori ed il compartimento di guida è vulnerabile



Il trasporto truppa ruotato BTR-70 presenta molti dei punti deboli già individuati nel BMD e nel BMP.






Sessantadue carri sono stati distrutti nel primo mese di combattimento in Cecenia e di questi il 98% (apparentemente 61 carri) sono stati distrutti da colpi che hanno impattato aree non protette da corazze reattive. i Russi hanno impiegato in Cecenia i carri T-72 e T-80 i quali erano invulnerabili ai tiri contro la parte frontale dato che essa è pesantemente corazzata e ricoerta da corazze reattive. I colpi letali erano aparati su quei punti dove tali corazze non erano presenti (parte posteriore, laterale e,per i tiri effetuati dall'alto, il portello del pilota, la parte posteriore della torretta ed il cofano motore). A questo si aggiunga che all'inizio del conflitto molti carri russi vennero impiegati senza le corazze reattive il che li rendeva particolarmente sensibili ai colpi sul frontale che li danneggiarono o distrussero.

Conclusioni

Le forze cecene svilupparono una tecnica assai efficace per contrastare i veicoli corazzati russi nelle strade di una grande città, molte di queste tecniche possono essere adottate da forze di altre nazioni che si trovino a fronteggiare veicoli di produzione russa, am anche di altra produzione, durante un combattiomento urbano.
Queste tecniche sono:
1) organizzare team controcarro che comprendano un mitragliere ed un tiratore scelto aventi il compito do proteggere il personale addetto alle armi controcarro colpendo la fanteria che accompagna i veicoli corazzati;
2) selezionare aree adatte alle imboscate contro i veicoli corazzati i zone della città dove gli edifici limitano i movimenti e li canalizzano;
3) organizzare l'imboscata in modo che i veicoli siano intrappolati all'interno della zona letale;
4) utilizzare più team controcarro in modo da attaccare i veicoli dagli scantinati, dal piano terra, dal primo e dal secondo piano. Uno dei problemi nell'utilizzo dei lanciarazzi RPG-7 e RPG-18 è la vampa posteriore, la sua rilevante visibilità ed il tempo che intercorre tra due lanci consecutivi. I ceceni hanno risolto il problema del tempo tra i due lanci attaccando l'obiettivo contemporaneamente con cinque o sei armi anche se ovviamente per il futuro è necessario progettare un'arma a basso rinculo, di poco peso, a più colpi ed a bassa visibilità che possa essere lanciata dall'interno degli edifici. l'AT-4 ed il Javelin sembra non soddisfino tale richiesta (ovviamente ci riferisce alla situazione della prima metà deglio anni '90. Oggi tali armi esistono e sono correntemente distribuite, NdT);
5) attaccare i bersagli dall'alto, dai lati e dal retro. I colpi lanciati contro la parte frontale dei carri protetti da corazze aggiuntive o reattive serve solo a scoprire la posizione del lanciatore.
6) attaccare per primo i veicoli antiaerei utilizzati per la protezione dei veicoli corazzati

fmso.leavenworth.army.mil/fmsopubs/issues/rusav/rusav.htm

Traduzione di Pierantonio Farina per www.ferreamole.it - Tutti diritti riservati, 2004
kunigunde
00giovedì 1 luglio 2004 01:39
Schurzen
Articolo davvero interessante!!!
Riguardo a "A questo si aggiunse il fatto che alcuni veicoli furono dotati di una pesante rete metallica montata a circa 20 o 30 centimetri davanti alla corazza per evitare la detonazione delle cariche cave controcarro e per proteggere il veicolo delle bottiglie Molotov o dalle cariche esploisive lanciate a mano", questa soluzione fu inventata ed adottata in maniera massiccia dai tedeschi già durante la II°GM aprtire dal '43, con le schurzen montate sui carri PZ-III e PZ-IV e sui cacciacarri da essi derivati, dapprima con le piastre, e poi, per risparmiare materiale e tempi di costruzione, proprio con la rete metallica.
Mi sono sempre chiesto perchè poi questa soluzione che funzionava (credo bene) sia stata dimenticata: forse per il suo costo e perchè nell'utilizzo operativo impacciava il mezzo?

sempreedovunque
00venerdì 17 dicembre 2004 10:42
Forze corazzate in combattimenti urbani
Articolo sommamente interessante. Mi sorprende che il dibattito sia stato così scarso. Vorrei capire perché l'Ispettorato Russo ha bloccato l'acquisizione di carri propulsi da turbina a gas. Io sono un ignorante nel campo. Ricordo di aver letto che essa era stata adottata per gli Abrams in seguito alla elevata accelerazione che consente ai carri e quindi alla conseguente mobilità nei duelli controcarro ( rende problematico l'uso degli algoritmi di balistica nel tiro in movimento?). Qual'è la debolezza delle turbine a gas in termini di sicurezza?
kunigunde
00sabato 18 dicembre 2004 01:00
Re: Forze corazzate in combattimenti urbani

Scritto da: sempreedovunque 17/12/2004 10.42
Articolo sommamente interessante. Mi sorprende che il dibattito sia stato così scarso. Vorrei capire perché l'Ispettorato Russo ha bloccato l'acquisizione di carri propulsi da turbina a gas. Io sono un ignorante nel campo. Ricordo di aver letto che essa era stata adottata per gli Abrams in seguito alla elevata accelerazione che consente ai carri e quindi alla conseguente mobilità nei duelli controcarro ( rende problematico l'uso degli algoritmi di balistica nel tiro in movimento?). Qual'è la debolezza delle turbine a gas in termini di sicurezza?


Anch'io mi sono stupito che la discussione non sia andata avanti nel tempo.
Ho letto da qualche parte che le turrbine a gas russe montate sul T-80U avevano grossi problemi di affidabilità e necessitavano di accurata manutenzione e pezzi di ricambio, aspetto che come si può immaginare non era certo in sintonia con il disastrato bilancio dell'URSS poi CSI poi Federazione Russa.

Onirico
00lunedì 20 dicembre 2004 12:01
curiosita
Mi togliete una curiosità...a meno che non ci sia un buco nella corazza grosso come un'anguria come fa una bottiglia molotov a danneggiare anche minimamente un carro moderno?????
Federico65
00lunedì 20 dicembre 2004 14:14
Me lo chiedevo pure io, anche se ritengo che per ordigni incediari si indenda un qualche cosa di un po' più evoluto della bottiglia piena di benzina. Qualche danno ai sensori/visori del carro molto probabilmente li fa ed essere ciechi, anche solo per qualche minuto, dentro ad un carro sotto attacco, non credo che sia la migliore delle situazioni.

Per quanto riguarda le turbine: il poco che so, leggendo sul web, è questo: questo tipo di motorizzazione ha pure degli svantaggi, come ad esempio gli alti consumi, la manutenzione più "sofisticata" ed il pericolo, molto aumentato in ambiente urbano, di fare seriamente del male al personale appiedato con gli scarichi, magari deviati dai muri delle case. Inoltre è capitato in almeno in una occasione, agli Americani in Iraq, di bruciare un ABRAMS proprio a causa degli scarichi della turbina: un ABRAMS in panne è stato trainato da un "collega". Solo che si sono dimenticati due cose: la botola del pilota del carro in panne aperta e di applicare, se non ho capito male, gli appositi deflettori al carro che trainava. Risulato: un carro, molto probabilmente in via definitiva, completamente fuori uso.

Ciao
sempreedovunque
00lunedì 20 dicembre 2004 16:00
Molotov contro carri
Il nome è quello del ministro degli esteri sovietico. L'uso del nome deriva dalla guerra di Spagna dove - dopo la prima GM - il carro da combattimento venne usato estesamente.

La molotov è fatta da una bottiglia di vetro piena di benzina. Lo scopo è di incendiarla a contatto con il carro e indurre un incendio "per simpatia" sulle numerose aree sensibili. Per poter evitare che l'evaporazione rapidissima della benzina renda l'ordigno del tutto inefficace nella benzina si sciolgono sostanze quali il sapone di marsiglia che ne fa una miscela molto viscosa che di fatto aderisce al carro ed e vi rimane aderente mentre brucia. Si tratta di una versione casereccia del napalm. L'innesco è dato da uno stoppino con fiammifero antivento. La gittata è quella che chiunque può immaginare e l'efficacia è alquanto problematica , come si può facilmente immaginare. L'effetto morale sulla fanteria è quello già citato dai soldati dei vari fronti che si trovarono ad affrontare massicce incursioni di carri avversari . Dà almeno la sensazione "che qualcosa si può fare".
mikros
00lunedì 20 dicembre 2004 19:01
Tempo fa il mio istrutture di body-building (facevo anche body-building io... [SM=x75466] ), che era stato nei carristi a Persano senza mai salire su un carro, mi diceva che l'unico modo per fermare un carro-armato era proprio la molotov. Non una, ma tante insieme provocavano il surriscaldamento dell'ambiente interno che obbligava gli occupanti ad abbandonare il carro a loro rischio e pericolo. Vi parlo però di carri come l'M60 ed il Leo1A2 e dei primi anni '90, perché quelli di oggi hanno una diversa coibentazione.
Probabilmente i carri russi non hanno protezione termica verso l'esterno, oppure questa è scarsa. A questo si sommi il fatto che, come dice l'articolo, i ceceni hanno prestato servizio nell'AR, dove hanno avuto modo di imparare non solo a combattere, ma anche i punti deboli dei loro nemici.



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