Referendum, Bossi all'attacco: «Se vinco vado all'Onu»
Rutelli: parole irresponsabili
«Se vinco vado all´Onu». Così tuona il leader della Lega Umberto Bossi, in un´intervista a Libero, per spronare i suoi a tre giorni dal referendum costituzionale. Dopo aver minacciato «vie non democratiche» in caso di sconfitta (salvo precisare che si riferiva a «raccolte di firme e assemblee popolari» che evidentemente non classifica come "democratiche") il senatùr adesso pensa addirittura alle Nazioni Unite:
«Il 25 non si scherza – spiega Bossi - La nostra gente questa volta capirà: l'ideale sarebbe vincere in tutta Italia, ma spero almeno in una vittoria schiacciante al Nord, così avremo il diritto di andare all'Onu a rivendicare i nostri diritti e le nostre libertà come popolo».
Immediata la reazione dal centrosinistra. Il vicempremier Francesco Rutelli si dichiarato «sbalordito» dalle ultime dichiarazioni del leader del Carroccio che definisce «irresponsabili»: «Sono veramente sbalordito della loro irresponsabilità, ma meglio la chiarezza – spiega Rutelli - In questo caso torna a galla l'anima secessionista della Lega che dà un'inclinazione veramente preoccupante alla propaganda per il sì e dà un ultimo argomento molto importante a favore del no». Secondo il numero Uno della Margherita, «le ragioni per il no sono ragioni strutturali. Sono quelle che ci spingono a difendere un equilibrio fra i poteri costituzionali che si vorrebbe fare a pezzi e ci spingono a difendere una Repubblica in cui non prevalgano sprechi, duplicazioni, litigi, contenziosi tra Regioni e Stato ma addirittura anche tra Camera e Senato».
E a favore del No al referendum torna a schierarsi pubblicamente anche l´ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. «L'ho già detto pubblicamente, e non ho mai avuto dubbi - ripete dalle pagine di Repubblica- andrò a votare al referendum, perché sono un cittadino italiano. E voterò NO per difendere la nostra Costituzione, che è bella, viva e più attuale che mai». Secondo l'ex capo dello Stato il pacchetto di riforme «può minare il funzionamento delle istituzioni». E, rispondendo a chi, in maniera «strumentale», gli rimprovera di non aver bloccato da Presidente in carica la riforma, sottolinea: «Quel testo, dopo la sua quarta approvazione parlamentare, non è mai passato al Quirinale ma è stato pubblicato direttamente sulla Gazzetta Ufficiale perché gli italiani potessero poi richiedere il referendum confermativo».
Parole che sono musica per le orecchie dell'Unione che fa quadrato attorno all'ex Capo dello Stato. Tanto che Marco Rizzo del Pdci si spinge all'ottimismo più sfrenato. «Se anche Ciampi ribadisce il suo 'No´ e lo fa con forza e passione - sottolinea - sussistono ancora dubbi su come votare? Crediamo proprio di no. Preventiviamo una folla oceanica di no contro una devolution di marca leghista che spacca il Paese».
Pubblicato il 23.06.06