A piedi lungo le coste della Sardegna

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centrosardegna
00mercoledì 25 luglio 2007 00:30
Avventura da sognatori, ma attenti
a filo spinato e prezzi da rapina per l'acqua





A passo lento lungo le coste della Sardegna, aprendo il cuore e sgranando gli occhi. Lasciandosi abbagliare dai magici paesaggi isolani. Lasciando che lo sguardo si smarrisca fra i prodigi di bellezza e i colori della macchia mediterranea. Riccardo Carnovalini e Roberta Ferraris sono due piemontesi che amano viaggiare. Ma non viaggiare come viaggiano (quasi) tutti. No. Loro attraversano i territori scoprendoli, esplorandoli, respirandoli. In una parola, vivendoli.

Riccardo e Roberta viaggiano a piedi, e l'eventualità di prendere un aereo o un treno non suggerisce loro un'idea di relax, di comoda velocità o di comfort. Perché, nelle loro imprese avanti e indietro e su e giù per l'Italia, cercano esattamente il contrario: il contatto, in certi casi la simbiosi con il territorio, la fatica della camminata impervia fra rovi e spine, il sudore dell'esploratore compensato dalla scoperta, il brivido dell'avventuriero. Zaino e viveri e coraggio in spalla.

Riccardo e Roberta hanno un sogno: che l'emozione del sentiero-Sardegna, inteso come un ideale viottolo campestre immerso nella natura che consenta a camminatori intrepidi di percorrere l'Isola nella sua interezza, non rimanga appannaggio di pochi ardimentosi (e soprattutto creativi) escursionisti. Ma che diventi un'attrattiva in grado di richiamare un numero elevato di turisti e di amanti della natura incontaminata. E, auspicabilmente, di tanti, tanti sardi. Che sarebbero finalmente incentivati a riscoprire, senza fretta e senza respirare i gas di scarico, albe, tramonti e incanti della propria terra.

Perché il sogno si realizzi, però, occorre predisporre un sentiero dedicato, predefinito. E fornirlo di tutte le indicazioni e le facilitazioni necessarie. Il nome, a metà strada fra il poetico e il pragmatico, potrebbe essere “Sentiero Mare”.

Di fatto, Riccardo e Roberta lo stanno già esplorando: partiti da Olbia il 27 giugno, i camminatori hanno percorso finora 400 chilometri, avventurandosi nelle insenature della Gallura, della Baronia, dell'Ogliastra, di Quirra e del Sarrabus. Al passo costante di 20 chilometri al giorno, nonostante il caldo di queste settimane. Alla fine della loro interminabile passeggiata, avranno tagliato il traguardo dei 1.750 chilometri: l'auspicabile lunghezza del futuribile itinerario costiero. Giunti ieri nell'area di Cagliari, nei prossimi giorni si sposteranno dalle parti di Chia e di Tuerredda, proseguendo quella che definiscono «una spedizione appassionante, che ci permette di ammirare luoghi dalla struggente bellezza, ma allo stesso tempo tremendamente difficile e faticosa».

In particolare, Carnovalini ha posto l'accento sulle gravi difficoltà finora incontrate nel viaggio. Figlie anche di una cultura, come quella sarda, che non sembra ancora pronta a sposare il mito del viaggiatore solitario. Dello straniero barbuto che, tenda in spalle, attraversa le spiagge vestito come in medio-bassa stagione: «Siamo stati scambiati più di una volta per dei barboni», ha raccontato nel corso di una conferenza stampa svoltasi ieri a Cagliari, «e la gente, a dirla tutta, non si è mostrata troppo ospitale con noi. Ci guardavano come se piombassimo da un altro mondo, direi perfino da un altro universo. E questo, in certi casi, non ci ha facilitato il compito. Anche perché nessuno ci ha mai offerto un bicchiere d'acqua. Con le temperature africane e l'umidità alle stelle degli ultimi giorni, in certe zone abbiamo rischiato la disidratazione».

In attesa di trovare un chiosco che, più o meno, deve essere sembrato il miraggio di un'oasi per i viaggiatori del deserto. Un sogno più concreto di una proiezione della fantasia, certo. Ma anche (amaramente) caro. Molto caro. «È assurdo far pagare l'acqua 2 euro al litro», ha sbottato Carnovalini, ricordando «il caso di Cala Sisine, dove ci hanno chiesto 10 euro per 4 litri d'acqua. Con questi prezzi, in Sardegna non si potrebbe praticare il turismo a piedi. Insomma, se in Italia è poco diffusa, in Sardegna la cultura del camminare è pressoché inesistente».

Come testimoniano anche i fastidiosi imprevisti incontrati a Capo San Lorenzo, zona di servitù militari, dove, «pure in assenza di esercitazioni e di soldati, siamo stati rispediti indietro e costretti a fare molti chilometri in più per proseguire il nostro cammino».

La domanda, dunque, nei due esploratori è sorta spontanea. Più di una volta. «Perché non esiste un sentiero segnato che possa guidare il viaggiatore? È incredibile constatare quanto meravigliosa e incomparabile sia la poesia del territorio sardo, che offre ogni giorno a chi lo attraversa lo spettacolo di una flora e una fauna sempre diverse. E che, ovviamente, rappresenta un patrimonio anche dal punto di vista geologico. Ebbene, perché non aiutare le persone a conoscere queste bellezze, a godere di questi spettacoli?».

Perché, insomma, non creare un “Sentiero Mare”? Che, fra l'altro, affascinerebbe il visitatore non solo per i paesaggi e le spiagge mozzafiato: «Durante il percorso, siamo stati ospitati da una famiglia di Oliena», ha raccontato Roberta Ferraris, «e, per una come me che ha studiato il latino, ascoltare le persone parlare il sardo rappresenta un grandissimo privilegio. Mi sono sentita correre i brividi lungo la schiena nel contemplare la purezza e l'autenticità di un idioma che richiama fortissimamente l'antica lingua dei romani. È stata un'esperienza fantastica. Come quando ci siamo imbattuti, a Cagliari, nello stagno con i fenicotteri rosa. Splendidi ed eleganti: quasi un sogno, per noi che non li avevamo mai visti…».

Insomma, la sollecitazione è chiara: puntare su un turismo antitetico a quello da rotocalco (con buona pace dei signori e delle signorine Billionaire) o da copertina. E provare a risvegliare la sensibilità dei visitatori, ma anche dei sardi, stimolandoli a riscoprire il parco-Sardegna. Con tutta la sua varietà di specie animali e vegetali. Graziano Milia, presidente della Provincia di Cagliari, ha colto la palla al balzo, assicurando che la Provincia «sosterrà questa iniziativa di grande fascino e promuoverà questo tipo di turismo. Anche se oggi a praticarlo sono più gli stranieri che gli italiani». Quel che conta, adesso, è far pervenire la proposta al presidente della Regione Renato Soru, da sempre attento alla valorizzazione del paesaggio e delle risorse naturali della Sardegna.

Al termine del viaggio, Carnovalini e Ferraris pubblicheranno una guida, edita da Terre di Mezzo, nella quale suggeriranno, oltre alle tappe del “Sentiero Mare”, dei tragitti intermedi di breve durata, ma particolarmente suggestivi, adatti anche ad escursionisti meno allenati. E, soprattutto, poco solleticati dall'idea di “bruciare” tutte le proprie vacanze in un estenuante tour fra monti e coste selvagge.

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