Una frase offensiva, in spray nero. E, sotto la scritta, un simbolo anarchico. Il tono è inequivocabile, quello dell’offesa, più che dell’intimidazione, di stampo politico: “Ribellati sto cazzo!” (foto).
Destinatario della scritta Giovanni Stefanazzi, candidato per il Fronte Indipendentista di Max Ferrari alle provinciali dei prossimi 27-28 maggio. Stefanazzi, 61 anni, artigiano tessile, vive in via F.Nannetti a Busto Arsizio. «Ieri sera – racconta – ero uscito attorno alle 21 per fare propaganda politica. Al mo rientro, verso l’una e mezza, la scritta, ancora fresca. Ora sto andando dai carabinieri per la denuncia».
Secondo le vittime del gesto, la "firma" a fondo anarchico sarebbe un depistaggio per stornare l'attenzione dai veri autori del gesto.
L’offesa riprende lo slogan che il partito di Ferrari sta utilizzando sui cartelloni elettorali: “Ribellati!” (foto). Giovanni Stefanazzi non è alla sua prima esperienza politica. E’ uno dei fuoriusciti dalla Lega in contestazione con la linea «troppo morbida» del partito, come afferma al telefono. Leghista da vent’anni, se ne è andato dal movimento di Bossi nel dicembre del 2005. Nell’ultima tornata delle provinciali si presentò con la Lega raccogliendo un migliaio di voti. Ora è candidato al collegio 5 "Busto Arsizio 1” e al collegio 5 “Azzate”. «Non vivo di politica, ma fare politica è un mio diritto – conclude Stefanazzi – non mi farò intimidire da nessuno»
È furibondo Max Ferrari, piombato sul posto da Varese dopo il "Ribellati sto c....." scritto a spray sul muro della casa di Giovanni Stefanazzi. Anche un cobra farebbe bene a non girargli intorno, per timore di essere morsicato. «È un brutto tentativo di intimidazione portato direttamente a casa di una persona, come a dire "sappiamo dove abiti", e fa parte di un clima di violenza psicologica che certe forze politiche portano avanti. Per giunta con un miserabile tentativo di depistaggio» rincara inviperito il giovane leader del Fronte Indipendentista Lombardia, candidato alla presidenza della Provincia gli indipendentisti lombardi.
«Dietro ad atti come questo ci sono determinati gruppi che strappano e coprono i nostri manifesti e fanno pressione sulle associazioni perchè non ci invitino neppure ai dibattiti. Questa campagna elettorale è una farsa» prosegue Ferrari, sfogandosi: «Vi garantisco che era più equa la campgna elettorale che ho visto in Iraq (sic!, ndr) - e non dico per dire, io laggiù c'ero andato . Poi TelePadania mi piantò in asso sul posto, e dopo aver dovuto letteralmente dormire sotto le jeep degli americani riuscii a tornare a casa solo grazie a Funari, altrimenti ero ancora lì a vagare per il deserto...» Chiuso il capitolo delle rimembranze, Ferrari coglie l'occasione per partire all'attacco del suo bersaglio preferito, il suo ex partito: «Qui in provincia la Lega ha invaso tutti gli spazi elettorali, guardate solo i cartelloni del candidato presidente: sono larghi il doppio di tutti gli altri, come a dire: "io posso", anche se non si potrebbe. È l'arroganza di sempre».
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Vernice nera, la A anarchica fatta da cani, ciò avvalora la tesi di Ferrari, probabilmente sarà un'azione belleriana, tra altro mistificata, bè che dire, che schifo peggio dei comunisti...