Ci siamo. La stretta è vicina. Fini, Formigoni e La Russa sono stati chiari: adesso che il PDL è una corazzata e che la sinistra è sbandata, nel mirino entra la Lega.
Finora vezzeggiata, sarà tollerata ancora un pò, giusto per vincere le amministrative, ma poi la musica cambierà. La matematica non è un’opinone e il recupero dell’UDC a scapito del carroccio permetterà a Berlusconi di raggiungere il famoso 51% senza la Lega.
Si dirà che senza la Lega perde il Nord, ma è ormai chiaro che il PDL per governare ritiene più che sufficiente il consenso del Sud sapendo bene che i polentoni coglioni continueranno a mugugnare e a pagare. La ricetta del Nano è chiara: c’è la crisi e si rischiano sollevazioni.Dove? In meridione.Soluzione:mandiamo vagonate di quattrini al sud, un pò alle solite grandissime fabbriche e gli altri vadano a farsi fottere. Finora la Lega è stata al gioco, lasciando il Nord al massacro, e vendendo l’idea che occorre ingurgitare merda in cambio del federalismo.
Un cambio merce perdente perchè il federalismo concesso è anch’esso una schifezza ma adesso il PDL dice: avete ottenuto quel che volevate, adesso basta: si parli di Sud, di romanità, di cementificazione, di tagli sociali, di nuove leggi pro-Nano, ma basta con la questione settentrionale. Bel risultato: gabbati e silenziati. E guai a rispondere perchè Fini agitando lo spauracchio del referendum al 7 giugno minaccia di far sparire la Lega tutti coloro fuori dal PDL e PD. Non succederà, perchè il voto leghista nel recinto PDL serve ancora, ma il messaggio è chiaro, come è chiaro che l’anno prossimo per le regionali, Formigoni e Galan scateneranno la guerra a Bossi e faranno di tutto per non far passare Tosi in Veneto e qualche leghista in Lombardia. Di fronte al filotto di bastonate tirate dagli “amici” del PDL i dirigenti leghisti sono apparsi frastornati, non si aspettavano che tanta devozione servile al tricolore azzurro fosse ricambiata con manganellate verbali. Adesso però il gioco si fa interessante: cosa farà la Lega?
Andrà alla guerra recuperando il senno e l’apporto dei guerrieri cacciati di casa per far posto a checche, ruffiani e maggiordomi o deciderà un inglorioso declino?
Max Ferrari
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